La maggioranza dichiara decaduto il presidente Cirelli

La delibera votata da 21 consiglieri, due gli astenuti Il gruppo del Pd annuncia ricorso ai giudici del Tar

Da ieri Edmondo Cirielli non è più presidente dell’amministrazione provinciale. Con 21 voti favorevoli (quelli della sua maggioranza) e due astenuti (l’ex presidente Angelo Villani e Antonio Cammarota di Fli), il Consiglio provinciale lo ha dichiarato decaduto, in quanto ha preso atto che, trascorsi inutilmente i dieci giorni utili, Cirielli non aveva risolto l’incompatibilità con il mandato parlamentare. In pratica, non si era dimesso.

Alla votazione non hanno partecipato i consiglieri di Pd, Italia dei Valori e Udc. Contro questa delibera del Consiglio provinciale i rappresentati delPd a Palazzo Sant’Agostino hanno annunciato ricorso alla giustizia amministrativa, ritenendola non solo illegittima, ma anche perché, come ha sostenuto l’ex siindaco di Nocera Inferiore, Antonio Romano, rasenterebbe l’abuso.

Il risultato al momento è che Cirielli (ieri assente in aula)non essendo più presidente della Provincia potrà candidarsi alle prossime elezioni politiche (cosa vietata ai sindaci di comuni con più di 20mila abitatanti e a i presidenti di provincia) e, al tempo stesso, mantenere intatto (tramite il suo vice Antonio Iannone che svolgerà le funzioni di presidente) tutto il potere che gli deriva dalla Provincia: gli assessorati, le consulenze, le società partecipate, il controllo dell’Asl, del Cstp, dell’aeroporto, dell’Asi, dei Consorzi di bacino per lo smaltimento dei rifiuti e di diversi enti e fondazioni. Un potere che sarebbe venuto meno se Cirielli si fosse dimesso, perché questa decisione avrebbe comportato l’automatico scioglimento del Consiglio provinciale e l’arrivo di un commissario. Si comprende bene, dunque, che la posta in gioco era davvero alta soprattutto in vista delle prossime elezioni politiche di aprile.

Come era prevedibile, il dibattito in Consiglio provinciale ha ricalcato il canovaccio delle due precedenti sedute, con i consiglieri di maggioranza schierati a difesa delle delibera di decadenza di Cirielli e quelli di opposizione a sostegno della tesi dell’illegittimità dell’atto e del sotterfugio politico.

Il primo ad intervenire è stato è stato Giovanni Fortunato (che per alcuni mesi si rese irreperibile per non farsi notificare l’incompatibilità tra l’incarico di sindaco di Santa Marina e di consigliere regionale) il quale ha sostenuto che «il decreto prevede l’incompatibilità e che la decadenza del presidente serve ad evitare il commissariamento dell’ente», che «la legge dà la possibilità agli eletti in Consiglio di decidere» e che il vice presidente che subentra alla guida della Provincia «fu scelto, come previsto dalla legge, dal presidente». In conclusione, Iannone, pur non essendo stato eletto, «rappresenta la continuità amministrativa».

Una verità politica nuda e cruda che ha messo in imbarazzo lo stesso consigliere Salvatore Memoli, che presentò la mozione di incompatibilità di Cirielli, il quale, in conclusione di dibattito, ha ricordato che “il silenzio è d’oro” e ha ribadito che «giammai ho parlato di decadenza, ma ho posto il problema delle dimissioni di Cirielli per incompatibilità». Tra gli interventi, da sottilineare quelli di Tommaso Amabile che ha letto un documento a firma dei consiglieri del Pd, chiedendo che fosse allegato alla delibera, nel quale si ribadiscono le motivazioni giuridiche per le quali ritengono illegittimo l’atto che il consiglio si apprestava a votare; di Russomando che ha parlato di fallimento dell’amministrazione e di tradimento di Cirielli nei confronti dell’elettorato. Tesi, quest’ultima, ripresa anche da Antonio Cammarota. Da segnalare, infine, la notizia che un precedente battibecco tra Amabile e Zara sulla conduzione dei lavori consiliari sarà oggetto di una diatriba giudiziaria e che l’ex presidente Cirielli ha inviato una lettera di saluto ai dipendenti e augurato buon lavoro a Iannone in un’intervista a Telecolore.

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