«La loro presenza è dovuta ai rifiuti»

Gianluca Polese: «Lotta impari, ma si può contenerli con controlli costanti e tenendo le città pulite»

«Quello dell’invasione di ratti e blatte è un fenomeno contenibile non eliminabile».

A sostenere con convinzione che l’emergenza che sta interessando la città difficilmente sarà risolvibile in maniera drastica è Gianluca Polese, zoologo e ricercatore del dipartimento di Biologia dell’Università di Napoli “Federico II”.

Per lei non c’è rimedio, insomma. Si spieghi meglio?

Tutti gli animali si manifestano in presenza di cibo. Soprattutto quelli onnivori, anche i più riservati, come i ratti che, in quanto onnivori, si cibano di qualunque cosa. La loro presenza, soprattutto nelle grandi città, è dovuta principalmente alla presenza di rifiuti.

Dunque, se la città è sporca, la loro presenza è destinata ad aumentare?

Certo, ma non è l’unica causa. I ratti si presentano principalmente nelle zone dove, ad esempio, sono in corso dei lavori che potrebbero aver attaccato i loro covi. Ritrovandosi senza casa, il roditore è costretto ad uscire allo scoperto. Un altro problema è legato poi alla manutenzione della rete fognaria. Per limitare la loro uscita alla luce del sole si dovrebbe avere una rete fognaria quanto più ermetica possibile.

E per le blatte?

È lo stesso discorso. Anch’esse sono onnivore. Secondo lei gli interventi di derattizzazione e disinfestazione chimica sono efficaci?

L’azienda che ha avuto l’appalto dall’Asl di Salerno dice di avere un sistema per le blatte che ne consentirebbe l’eliminazione al novanta per cento. Cosa ne pensa?

Sarei curioso di leggerlo, ma non credo che ci sia una soluzione definitiva al problema. Sia i ratti che le blatte sono animali molto resistenti, anche ai veleni che vengono somministrati.

Si dice, però, che utilizzando sostanze sempre diverse, il problema può essere risolto. Giusto o sbagliato?

Non è vero. Ripeto: sono animali molto resistenti. Agendo chimicamente si ottiene una riduzione della popolazione di ratti e blatte. Ma nel caso dei primi, ad uscire sono sempre i più anziani, quindi la riproduzione non si arresta. Anzi, continuano a riprodursi in maniera esponenziale.

Dunque, cosa possono fare le amministrazioni pubbliche?

L’unica azione efficace di contrasto è quella di limitare l’esposizione dei rifiuti in città. Ma resta comunque una lotta impari…

Vuol dire che non si risolverà mai il problema?

Tutto quello che si può ottenere è una limitazione della presenza e copresenza con l’uomo di questi animali. E questo lo si ottiene solo con un controllo costante. (m.a.c.)

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