VERSO LE REGIONALI

La Lega si smarca da Caldoro «È solo un nome...»

Alla kermesse nel capoluogo l’affondo del “vice” di Salvini: le lotte interne e l’identikit del candidato: «Solo i migliori»

Nessun via libera alla candidatura di Stefano Caldoro . Anzi, al contrario, un invito alla coalizione di centrodestra ad aprire al cambiamento puntando sul programma. La Lega ieri, alla sua prima uscita ufficiale in città dopo la riorganizzazione del partito, mostra i muscoli. E detta le condizioni agli alleati, magari proponendosi come apripista, anche nella scelta del candidato presidente. Il partito di Salvini nel Salernitano è ringiovanito nei ruoli chiave, frutto di una diaspora interna che ha prodotto pure diverse polemiche. Polemiche che l’attuale governance minimizza parlando di “effervescenze” naturali in un partito che, negli ultimi anni, è cresciuto al di là di ogni rosea aspettativa.

Le condizioni della Lega. Al Polo Nautico, di fronte a centinaia di persone, sfilano i responsabili nazionali, regionali e provinciali. Al tavolo dei relatori siedono il coordinatore provinciale Nicholas Esposito , il coordinatore provinciale dei giovani, Tiziano Sica , e il segretario federale Lega giovani, Luca Toccalini , il responsabile del programma per le regionali, Aurelio Tommasetti , l’europarlamentare Lucia Vuolo , il coordinatore regionale Nicola Molteni e il vice segretario nazionale, Andrea Crippa . Tra il pubblico ci sono il deputato Gianluca Cantalamessa , l’ex sottosegretaria Pina Castiello , l’europarlamentare Valentino Grant , il consigliere provinciale, Ernesto Sica e il consigliere comunale di Salerno, Peppe Zitarosa . E proprio Crippa tarpa le ali a Caldoro: «L’ex governatore – puntualizza- è solo un nome. Ce ne sono tanti altri. Vediamo i risultati dell’Emilia Romagna e poi apriremo il tavolo con le altre formazioni del centrodestra per scegliere i candidati». Il mantra leghista è il cambiamento: “In questa regione – dice Crippa – hanno fallito tutti, non solo una certa parte politica. Ha fallito il centrodestra, il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle. Noi non ci abbiamo mai provato e se i cittadini ci daranno fiducia promettiamo di costruire una classe dirigente fatta di persone che metteranno al primo posto gli interessi della gente. Non sono qui a chiedere il voto, sono qui a cercare di convincere il cuore e le teste dei campani che è possibile fare politica in un altro modo, esportando il modello delle regioni del Nord anche in Campania, con uomini e donne provenienti dalla società civile». Dunque nessuna porta aperta ai «portatori di preferenze – puntualizza il vice segretario della Lega – a chi passa da un partito all’altro in base alle percentuali, ma solo alle persone che hanno voglia di condividere un progetto e che hanno interesse a mettersi a disposizione per la propria terra».

L’identikit dei candidati. La campagna elettorale è già partita. «Mentre gli altri fanno la campagna elettorale solo nel mese prima delle elezioni – spiega Molteni – noi cominciamo prima, perché la Lega viene sui territori non solo per chiedere voti. In Campania Matteo Salvini ha voluto investire tanto, sappiamo di avere una grande responsabilità e vogliamo dare un progetto futuro e alternativo a chi l’ha governata male finora ». E chi vorrà candidarsi dovrà rispondere a determinati criteri: «Cerchiamo persone perbene – precisa il coordinatore provinciale Esposito – che non siano riciclati ma amministratori e giovani che vogliano impegnarsi per il nostro progetto. Siamo aperti per chi vuole militare, per chi vuole fare della Lega uno stile di vita. Troverà la porta chiusa, invece, chi cerca solo un posto all’interno della lista per prendere il treno ed essere eletto. Finora abbiamo avuto tantissime disponibilità, faremo una selezione assieme a Salvini di quelli che risulteranno i migliori uomini e le migliori donne di questa provincia ».

Lo scontro interno. Tutti cercano di sminuire le polemiche interne. A partire proprio da Esposito. «C’è sicuramente una discussione all’interno del partito – rimarca il coordinatore provinciale - che ritengo utile per la crescita. Le polemiche le spegneremo con i fatti e con il nostro lavoro». Cantalamessa, invece, parla di «effervescenze naturali in un partito che è passato dal 4 al 19% in un anno». «Se anche ci fosse qualche problema – aggiunge – credo che li vorrebbero tutti i partiti ».

Il programma per le regionali. Ad anticipare il programma è Tommasetti. «Dobbiamo dare delle risposte – precisa - su ambiente, sanità, trasporti, infrastrutture, economia, lavoro, scuola e l’università, agricolture, turismo, cultura e sicurezza. Sabato insedieremo i tavoli di lavoro e febbraio sarà dedicato alla preparazione del programma, che non dovrà essere contro qualcuno, ma a favore dei giovani, del merito e della qualità».

Gaetano de Stefano