La lacrime di Bartolomeo «Ma ora è tornato a casa»

Serre, il racconto del fratello del ristoratore sparito nel nulla per tre giorni «Perché è andato via? Non l’ha ancora detto. Intorno a lui tanta solidarietà»

SERRE. È tornato a casa Bartolomeo Iuorio, il 63enne originario di Serre scomparso martedì mattina. Un po’ frastornato ma in buona salute, il ristoratore, scomparso lo scorso 26 febbraio, è stato rintracciato dopo due giorni sul lungomare Trieste, a Salerno, dagli agenti di polizia della sezione Volanti, agli ordini del vicequestore Rossana Trimarco. Camminava senza meta, assorto nei suoi pensieri, quando gli agenti della polizia lo hanno fermato e condotto in commissariato.

Lì Bartolomeo è scoppiato in un pianto raccontando i giorni trascorsi fuori casa a vagare per le strade: «è arrivato fino a Roma, poi a Napoli – racconta il fratello Giovanni – ancora non sappiamo il motivo del gesto, ho provato a chiederglielo ma risponde in maniera vaga. L’importante è che sia tornato a casa che stia bene che stia con noi». La voce spezzata dalla gioia, quella di Giovanni che per tre giorni aveva girato in lungo e largo la provincia in cerca del fratello: «le lettere che aveva lasciato a me ed alla moglie ci hanno fatto temere il peggio – continua Giovanni – i motivi del suo allontanamento ce li dirà lui quando vorrà e se vorrà».

Al fratello non interessa perché Bartolomeo martedì mattina abbia deciso di scrivere quelle lettere e di andare via, la cosa importante è che sia tornato a casa: «in questi giorni, attraverso la solidarietà dimostrata dai suoi amici, ho avuto modo di capire quanto mio fratello sia stimato – racconta Giovanni – appena appresa la notizia si sono tutti messi in cerca di mio fratello, hanno fatto appelli sui social chiedendogli di tornare». Appelli anche televisivi, del caso di Bartolomeo Iurio, infatti, se n’è occupato anche la trasmissione “Chi l’ha visto” grazie alla quale sono arrivate le prime segnalazioni che indicavano la presenza del 63enne a Napoli, poi a Roma e poi giovedì sera a Salerno dove alcune persone lo visto ed hanno immediatamente chiamato il 113 per attivare la polizia. La tempestività d’intervento dei poliziotti ha consentito di fermare Bartolomeo e contattare i suoi familiari: «quando sono arrivato al commissariato l’ho trovato triste ma in buona salute – spiega Giovanni – gli ho chiesto cosa avesse fatto e lui mi ha raccontato che aveva comprato dei vestiti per potersi cambiare che era stato dal barbiere per sistemarsi un po’. Non voleva lasciarsi andare. Il motivo però no non me lo ha raccontato, ancora».

Giovanni dopo aver riabbracciato il fratello ora pensa solo a rassicurarlo e pazientemente attende che sia pronto a dire il perché di quelle lettere, di quella partenza senza meta: «ora è tornato, è sereno anche se quando gli chiedono cosa abbia fatto in tre giorni lontano da casa piange – conclude Giovanni – qualunque cosa abbia fatto o pensato ha sicuramente sentito che la sua famiglia lo ama. Per questo credo che l’altra sera, per fortuna, sia stato lui stesso a decidere di farsi individuare». Con il ritorno di Bartolomeo termina l’angoscia dei familiari che per tre lunghi interminabili giorni hanno cercato il loro caro oppressi da terribili pensieri.

Angelica Tafuri

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