RIFIUTI

La guerra dell’immondizia: Bellizzi via dal Consorzio

La giunta dismette le sue partecipazioni dal Corisa 2

BELLIZZI - I bellizzesi escono sbattendo la porta. Il Comune è fuori dall’eterno Consorzio dei rifiuti. E non vuol tirar fuori neppure il becco d’un quattrino richiesto dal commissario liquidatore del “Corisa 2”, Mauro Corona . «Non intendiamo corrispondere al Consorzio le somme richieste», si legge in calce alla delibera approvata dalla giunta guidata dal sindaco Mimmo Volpe . Una «presa d’atto della dismissione dalla partecipazione nel Consorzio di Bacino», (fu) organo di governo del ciclo integrato dei rifiuti all’ombra di 40 campanili stretti tra Costiera Amalfitana, Salerno, Picentini, Piana del Sele, Valle del Calore e perfino un lembo di Cilento. È in stato di liquidazione da 11 anni ed è inattivo dal 2019, ma continua a macinare perdite. E per ripianarle bussa a soldi alle porte dei comuni che lo costituiscono.

Quaranta, o forse 39 all’indomani dell’insanabile strappo messo nero su bianco dall’amministrazione di Bellizzi. Quella che guida il fronte dei sindaci “anti-Corisa”, che il 4 novembre scorso s’incontrarono nell’aula consiliare di via Manin per definire una strategia comune contro il salasso imposto dai vertici del Consorzio dei rifiuti Sa2. Una voragine da 23,6 milioni di euro, figlia di costi superiori ai ricavi. Cumuli di danaro pubblico ribaltati sui soci. Ribaltati su di noi, ché le quote di partecipazione al Consorzio fanno capo ai nostri 40 comuni. Il 32,54 per cento a Salerno, l’11,86 a Battipaglia, l’8,44 a Eboli, il 5,35 a Pontecagnano. E poi il 4,77 a Capaccio Paestum, il 3,61 a Campagna, il 2,96 a Bellizzi, il 2,72 a Rovella, l’1,84 a Pugliano e così via. Perdite su perdite, ma a nessun sindaco, nel corso degli anni, è passato per la mente di chiudere il conto con il “Corisa 2”.I primi cittadini si sono ridestati di recente, ritrovandosi tra le mani le diffide a firma di Stefania Iannicelli , avvocato che ha bussato a soldi (con un ultimatum di 15 giorni) in nome del “Corisa 2” (qualcuno ha già avuto pure i decreti ingiuntivi).

Storia nota. E la giunta Volpe l’ha messa nero su bianco in 11 pagine al vetriolo sul Consorzio. Nel mare magnum delle obiezioni bellizzesi, si legge pure che «l’inesistenza della pretesa addotta dal Consorzio rileva anche sotto altro profilo, tenuto conto che, a partire dalla gestione commissariale liquidatoria decretata nel 2010, il Corisa non svolge alcun tipo di attività». E poi c’è il caso dei “doppioni”: «Il danno per il Comune si aggrava se si considera che, con la legge regionale 14 del 2016, è stato istituito l’Ente d’Ambito per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, al quale abbiamo dovuto obbligatoriamente aderire corrispondendo le quote di funzionamento ». E l’Eda è operativo, il Corisa non più. «Da oltre 10 anni - il j’accuse - il Consorzio versa in una situazione d’irrimediabile dissesto e da oltre 10 anni pretende ed impone agli enti consorziati, che, peraltro, alcun controllo possono più esercitare attraverso la soppressa assemblea, di contribuire alle spese di gestione e di ripianamento dei debiti mediante il pagamento delle quote consortili ed attraverso pagamenti straordinari non ben specificati». I bellizzesi non vogliono saperne: sigillano la cassa. E si tirano fuori dall’eterno Consorzio.

(c.l.)