«La giustizia laica deve fare il suo corso»

Stupro a San Valentino: dopo l’appello di don Alessandro parlano i sindaci e i volontari

SARNO. «Giusto l’appello di don Alessandro alla misericordia. Altra cosa però è la giustizia laica che deve fare il suo corso. Occorrono pene esemplari»: è questa la reazione di Giuseppe Canfora alla lettera aperta del parroco di San Valentino Torio, pubblicata a una settimana dalla violenza che un branco di adolescenti ha commesso su una sedicenne. La reazione del sindaco di Sarno e presidente della Provincia è a tutto tondo: «Il perdono rientra nella sfera cristiana, ma è la comunità che deve prevenire. Occorre ritrovare la strada dei giusti valori: spazio all’educazione, ai sentimenti, altrimenti sia don Alessandro sia il mondo laico e politico non si ritroveranno più».

Canfora coglie anche il sollecito alla riscoperta dello stare insieme: «La lettera è anche un invito a discutere, a confrontarsi, a stare con i figli». Il presidente sollecita un «patto d’onore nella società italiana», che lega alla risposta istituzionale: «Ci vogliono pene esemplari. La risposta vede da una parte la prevenzione e dall’altra la repressione, che è fondamentale».

Misericordia sì e pena certa anche per Michele Strianese: «Bisogna condannare sempre ogni tipo di violenza – afferma il sindaco di San Valentino Torio –. Chi ha sbagliato deve pagare, bisogna dare l’esempio. Soprattutto occorre educare meglio questi ragazzi. C’è la fascia d’età dai 14 ai 17 anni a cui determinati messaggi sociali non arrivano. Occorre creare contenitori di confronto dove circolano idee e valori sani»».

Nicla Iacovino, da esperta del mondo giovanile e responsabile dell’Informagiovani di Nocera Inferiore, ricorda però che «la condanna non deve essere mai solo punitiva e risarcitoria, ma sempre rieducativa. Si può essere “agenti di misericordia” impegnandosi nelle istituzioni, nelle parrocchie, nelle associazioni, affinché si attivi una rete umana di condanna della violenza, educando i giovani che hanno sbagliato e sostenendo la vittima a recuperare la propria autostima. Non bisogna inoltre fare di Sarno o San Valentino una sorta di “comunità devianti”, anzi negli ultimi anni tutto il territorio dell’Agro ha visto una grande crescita della partecipazione giovanile. Sono presenti, come ovunque, sacche di povertà culturali circoscritte, spie di un disagio che potrebbe estendersi e che richiede una pronta e congiunta risposta da parte di tutti».

Carmela Tortora, presidente dell’Azione Cattolica diocesana, chiama a raccolta i laici impegnati: «Noi laici che ci nutriamo della gioia e della speranza della buona notizia dove siamo? Abbiamo il coraggio di uscire dalle sagrestie e correre ad abbracciare i ragazzi che abitano le nostre piazze? La paura di non essere ascoltati o derisi non può essere più un freno. Abbiamo la forte responsabilità di abitare anche noi, quelle piazze, insieme ai giovani, affinché il confronto e il dialogo intergenerazionale possano essere alla base dell’educazione che diamo ai nostri ragazzi».

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