IL DOSSIER

La fuga di pazienti verso il Nord: la Campania “paga” 350 milioni

La nostra è la seconda regione d'Italia per mobilità sanitaria passiva

SALERNO - La Campania è la seconda regione d’Italia per mobilità sanitaria passiva. Questo significa che tanti cittadini campani non hanno fiducia nelle strutture mediche presenti in regione e vanno a curarsi soprattutto al Nord. È quanto emerge dal report dell’Osservatorio della Fondazione Gimbe che, analizzando crediti, debiti e saldi delle Regioni relativi alla mobilità sanitaria, evidenzia una forte attrazione di quelle grandi del Nord, a cui fa da contraltare quella estremamente limitata delle Regioni del Centro-Sud, con la sola eccezione del Lazio. Lazio che, comunque, è la prima per mobilità passiva (13%), precedendo solo Campania (10,5%). Che, tradotto in soldoni per la nostra regione, significa un saldo negativo di ben 350,7 milioni di euro. I dati della Fondazione Gimbe sono quelli del 2018 e approvati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome il 31 marzo scorso.

La mobilità sanitaria. In Italia ammonta a 4.618,98 milioni di euro il valore nel 2018 della mobilità sanitaria, da distinguere in mobilità attiva (voce di credito che identifica l’indice di attrazione di una Regione) e mobilità passiva (voce di debito che rappresenta l’indice di fuga da una Regione). Con riferimento alla mobilità attiva, nel dettaglio, sono sei le Regioni con maggiori capacità di attrazione che vantano crediti superiori a 200 milioni di euro: in testa Lombardia (26,1%) ed Emilia-Romagna (13,9%) che insieme drenano il 40% della mobilità attiva. Un ulteriore 31,9% viene attratto da Veneto (9,6%), Lazio (8,5%), Toscana (8,1%) e Piemonte (5,8%). Il rimanente 28,1% si distribuisce nelle altre 15 Regioni e Province Autonome, oltre che all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (244,7 milioni) e all’Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta (43 milioni).

La mobilità passiva. In relazione alla mobilità passiva, sono 6 le Regioni con maggiore indice di fuga che genera debiti per oltre 300 milioni di euro: Lazio (13%) e Campania (10,5%) costituiscono circa un quarto della mobilità passiva; un ulteriore 28,7% riguarda Lombardia (8,2%), Puglia (7,3%), Calabria (6,7%), Sicilia (6,5%); il rimanente 47,8% si distribuisce nelle altre 15 Regioni e Province Autonome. La mobilità passiva presenta differenze Nord-Sud più sfumate: gli indici di fuga sono elevati in quasi tutte le Regioni del Sud, ma sono rilevanti anche in tutte le Regioni del Nord con elevata mobilità attiva, documentando specifiche preferenze dei cittadini agevolate dalla facilità di spostamento: Lombardia (-379,9 milioni), Emilia-Romagna (-275,9 milioni), Veneto (-274,7 milioni), Piemonte (-263,8 milioni), Toscana (-207,6 milioni) e Liguria (-206,4 milioni). Le Regioni con saldo positivo superiore a 100 milioni di euro, secondo Gimbe, sono tutte del Nord, mentre quelle con saldo negativo maggiore di 100 milioni tutte del Centro-Sud.

La classifica per residenti. C’è poi il saldo pro-capite di mobilità sanitaria. «Con questo indicatore elaborato dalla Fondazione - spiega il presidente Nino Cartabellotta - la classifica dei saldi si ricompone dimostrando che, al di là del valore economico, gli importi relativi alla mobilità sanitaria devono sempre essere interpretati in relazione alla popolazione residente ». In particolare: il Molise conquista il podio nella classifica per saldo pro-capite; le differenze tra Lombardia ( 74) ed Emilia Romagna ( 73) di fatto si annullano; la Calabria precipita in ultima posizione con un saldo pro-capite negativo di 148, superiore alla somma del saldo pro-capite positivo di Lombardia ed Emilia-Romagna ( 147).

(g.d.s.)