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La Fiom: «Ora Pisano ritiri gli esoneri degli operai»

Le Fonderie Pisano guardano al futuro con il sorriso dopo l’esito del ricorso al Tar. È la stessa azienda a sottolineare la propria soddisfazione in una nota: «Con estremo equilibrio – commenta l’ordi...

Le Fonderie Pisano guardano al futuro con il sorriso dopo l’esito del ricorso al Tar. È la stessa azienda a sottolineare la propria soddisfazione in una nota: «Con estremo equilibrio – commenta l’ordinanza Guido Pisano, reggente del cda – il Tar ha constatato la confusione procedimentale che ha portato alla chiusura dell’azienda. Un’eventuale chiusura dello stabilimento comprometterebbe definitivamente il diritto dei lavoratori ed il pari diritto all’iniziativa economica, aprendo la strada ad un eventuale contenzioso con possibili ricadute negative sui saldi di finanza pubblica del bilancio regionale. L’impresa resta comunque disponibile ad ottemperare a tutte le prescrizioni che l’Autorità intenderà impartire per garantire la limitazione del rischio ambientale».
Sulla stessa linea i lavoratori, che questa mattina si scambieranno gli auguri pasquali in fonderia con uno spirito decisamente diverso. «Siamo felicissimi - ha affermato Angelo Clemente, delle rappresentanze sindacali Rsu - Adesso abbiamo la certezza di poter sperare nel futuro. Chiediamo, umilmente, una sola cosa ai cittadini: dateci il tempo di lavorare, almeno per rispettare le commesse più importanti. Il tempo necessario per costruire il nuovo impianto e andare via». Guarda ai prossimi impegni anche Francesca D’Elia, segretario provinciale della Cgil Fiom, che avverte di non abbassare la guardia: «La prima cosa che chiediamo ora all’azienda – continua D’Elia – è di ritirare la procedura di licenziamento. Poi chiederemo alle istituzioni un incontro al Ministero dello Sviluppo economico per parlare di delocalizzazione e cassa integrazione straordinaria». C'è spazio anche per la questione Buccino: «Abbiamo inviato una lettera al sindaco Nicola Parisi per incontrarci – afferma il segretario Fiom – Vogliamo ascoltare le sue opinioni ed accogliere eventuali critiche sul progetto, guardando però al concreto e non accettando un no secco senza una valutazione di merito». Di tutt’altro umore invece il comitato “Salute e Vita”, che però annuncia pronte contromisure: «Siamo indignati per questo esito - afferma il portavoce, Lorenzo Forte - Rimane il rispetto per la magistratura ma non possiamo non obiettare la scomparsa del riferimento al diritto alla salute e allo studio Spes, voluto dalla Regione per dare un quadro sull’inquinamento nella Valle. Gli ultimi risultati, sebbene ancora parziali, affermano che sul suolo e negli organismi vi è un superamento dei limiti consentiti per ben 10 metalli. Attenderemo l’udienza di dicembre sul merito ma già da ora valuteremo tutte le strade per bloccare una ripresa della produzione. A pagare non dovranno essere solo i cittadini».
Emilio D’Arco
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