al Mercatello

La Fiera del Crocifisso al via con 99 standisti

Tutto pronto per l’edizione 2017 della Fiera del Crocifisso, che si svolgerà ogni venerdì del mese di marzo, a partire da dopodomani, nello spazio compreso tra via Giovanni Paolo II e via Antonio...

Tutto pronto per l’edizione 2017 della Fiera del Crocifisso, che si svolgerà ogni venerdì del mese di marzo, a partire da dopodomani, nello spazio compreso tra via Giovanni Paolo II e via Antonio Gramsci, a pochi passi dal parco del Mercatello. Sono 99 gli standisti ammessi, quindici sono stati esclusi per indisponibilità dei posteggi, ventidue gli esclusi, secondo l’elenco pubblicato ieri sul sito del Comune, perché intenzionati a proporre in vendita prodotti non conformi all’avviso pubblico che scadeva il 20 febbraio, o perché le domande e la documentazione prodotta sono risultate incomplete, o ancora perché le posizioni dei richiedenti non risultavano iscritte alla Camera di Commerico. L’amministrazione ha deciso di ammettere la vendita di prodotti alimentari quali torroni, caramelle, castagne, dolciumi imbustati, frutta secca, salumi, formaggi, miele e derivati, sott’olio e di prodotti non alimentari come sculture, quadri usati, oggetti di collezionismo, mobili usati, filatelica, vetro decorato, accessori in ferro battuto, oggetti in pelle, articoli per il tempo libero e lo sport, per il giardinaggio, libri, stampe e così via. Non saranno invece ammesse nè borse, nè scarpe e più in generale vestirario. Toccherà alla polizia municipale vigilare affinché gli standisti che si sono accaparrati la postazione, rispettino i paletti imposti in merito alle categorie merceologiche da esporre in vendita e si adeguino al pagamento della Tosap per un valore di 12 euro e 80 centesimi al metro quadro. La Fiera – che sarà aperta tutti i venerdì dalle 8 alle 18 – ha una tradizione antichissima: fu istituzionalizzata da Manfredi nel 1259, prima nei pressi del Duomo, poi nella zona di S. Lorenzo di Strata, vicino al fiume Rafastia. Ebbe risonanza fino alla scoperta dell’America, richiamando mercanti perfino dalla Spagna ed ebrei che presero a trasferirsi nel quartiere dove ancora oggi resiste il vicolo Giudaica. Poi la debacle, in conseguenza della perdita di appeal del Mediterraneo. La svolta ci fu grazie a Pietro Barliario, l’alchimista semi leggendario che, secondo il mito, in una notte di tempesta, costruì l’acquedotto medievale. Quando i suoi nipoti, Fortunata e Secondino, morirono dopo aver ingerito alcuni veleni presenti nel laboratorio, Barliario decise di abbandonare i demoni e di convertirsi al cristianesimo, dinanzi ad un Crocifisso ligneo (custodito attualmente nel Museo Diocesano). Il Cristo chinò la testa e da quel momento, ogni venerdì, centinaia di persone si recarono in pellegrinaggio a Salerno per ricordare il miracolo. Tra loro iniziarono a farsi strada i commercianti, che sfruttando la dedizione popolare, fiutarono l’affare, trasformando il centro storico, in un’area di forte rilievo commerciale. (b.c.)

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