La dominicana si difende «Mi teneva segregata»

Questa la versione della 35enne che lunedì ha accoltellato Alfonso Trapanese Per lei il pm chiede l’arresto: potrebbe scappare dalla sorella in Svizzera

«Mi teneva segregata in casa, non voleva farmi uscire, la sua gelosia mi stava uccidendo», sono queste le frasi che lunedì sera Ramona Guzman De Leon, per gli amici semplicemente Gisell, l’ unica indiziata per la coltellata che ha attentato alla vita del 49enne Alfonso Trapanese, conosciutissimo titolare dell’enoteca in lungomare Trieste, ha ripetuto tra le lacrime rispondendo alle domande postegli dal sostituto procuratore Roberto Penna dopo essere stata trasferita alla caserma Pisacane in stato di fermo.

Stando alla versione fornita dalla 35enne che da gennaio si frequentava con una certa assiduità con l’uomo diventato a sua detta il suo carceriere, Trapanese era diventato geloso in modo ossessivo e da tempo erano urla e scenate ogni qualvolta lei manifestava il desiderio di uscire anche solo per una passeggiata con le amiche.

Lunedì pomeriggio, dopo serate trascorse a litigare anche in pubblico, come hanno poi raccontato alcuni residenti dello stabile in cui Trapanese viveva da quando si era separato e dove ospitava spesso Gisell, in un appartamento al piano terra del civico 50 di lungomare Trieste, la donna, al culmine di una sfuriata, ha preso in mano un grosso coltello da cucina e ha colpito il suo compagno alla spalla “determinando una gravissima ferita ed una copiosa perdita di sangue così da far versare il Trapanese in prognosi riservata e da farlo sottoporre ad un urgente intervento chirurgico”, così il pm Penna ha ricostruito la vicenda nella richiesta di convalida dell’arresto presentata al gip Renata Sessa che dovrà pronunciarsi questa mattina.

Gisell, assistita dall’avvocato Luciano Pepe, è accusata di tentato omicidio con lesioni aggravate e le indagini svolte dagli agenti della Squadra Mobile, agli ordini del vice questore aggiunto Claudio De Salvo, nel piccolo appartamento in cui si è consumata la tragedia hanno confermato che la donna, subito dopo aver colpito il suo compagno ha cercato, invano, di scagionarsi lavandosi le mani e cambiandosi d’abito per sviare gli inquirenti che però non hanno dubbi sulla sua colpevolezza. Le condizioni di Trapanese sono subito apparse gravi e così la donna ha chiamato disperata il figlio dell’uomo, che lavora con lui nell’enoteca di famiglia, che una volta giunto nell’appartamento ha trovato suo padre riverso a terra nel sangue. Immediata la chiamata ai soccorsi che giunti sul posto hanno stabilizzato Trapanese e subito trasportato all’ospedale. Sottoposto a un intervento, è subito stato dichiarato fuori pericolo.

Intanto, questa mattina è prevista l’udienza di convalida dell’arresto della procace Gisell che ha trascorso questi giorni al carcere di Fuorni ravvisandosi la possibilità, per il magistrato, che se rimessa in libertà, la donna sarebbe potuta scappare in Svizzera dove attualmente vive sua sorella.

Sbirciando sul profilo Facebook della 35enne si evince che la donna amava le feste, la bella vita e il divertimento innaffiato da buone dosi di alcol. Sono diverse le foto in cui la donna appare sorridente nell’enoteca del compagno che forse voleva quei sorrisi solo per lui. Pare, infine, che al momento del litigio culminato nel sangue entrambi fossero un po’ su di giri ma saranno solo gli esiti delle analisi a confermarlo.

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