un'estate di... cartoline

La difficile sopravvivenza tra e-mail e mms

Appassionano i collezionisti e sono souvenir per i turisti. Restano uno strumento pubblicitario per le imprese

Saluti da... Un'epigrafe comune alle centinaia di cartoline reperibili sul mercato. Con stampa piana o a rilievo, la frase può essere impressa su uno sfondo panoramico o su un'immagine spiritosa, magari anche osé. E' la cartolina postale. Un modo, che in tanti snobbano, per mantenere i contatti con la propria famiglia, i propri amici. Un souvenir economico, spesso consegnato a mano al ritorno dalla villeggiatura.

La cartolina rappresenta infatti una valida alternativa alla boule de neige (sfere con la neve), alle ceramica e a tutta la linea di "ricordini" acquistata nelle botteghe artigiane sparse per il mondo. Una forma di comunicazione che ha la veneranda etá di centoquarantadue anni. Correva l'anno 1865, il paese è la Germania.

Un funzionario prussiano propone un'idea di marketing: si chiama "Offenes postblatt", in pratica un cartoncino color avorio formato 85x122 mm, preaffrancato e da spedire senza busta a tariffa ridotta. Lo scopo? Aumentare il traffico postale e semplificare i commerci. Fu un successo (un milione e mezzo di esemplari venduti nel primo mese) eppure questa sottilissima idea di carta, che oggi chiamiamo cartolina, venne ben presto scartata: fu considerato sconveniente, quasi immorale, che comunicazioni private viaggiassero sotto gli occhi di tutti.

Oggi che gran parte delle nostre cose sono sotto gli occhi di tutti, il cartoncino tredici per quindici o quindici per ventuno vive una seconda vita. Surclassate dalle mail, travolte dai cellulari, definitivamente sconfitte da francobolli sempre più cari, oggi le rivoluzionarie "Offenes postblatt" non se la passano male, ma devono comunque misurarsi con le concorrenti cartoline virtuali. Internet ne offre una vasta gamma. Contengono immagini, gif animate, musica e frasi d'amore, d'amicizia, d'auguri. C'è solo l'imbarazzo della scelta. E poi, soprattutto, sono gratuite e viaggiano su bit superveloci. Niente costi di spedizione dunque e niente tempi di ricezione infiniti.

Uno strumento di comunicazione straordinario che non interessa solo le relazioni private, ma che viene sfruttato da imprese nazionali e internazionali come capillare mezzo pubblicitario. Una tendenza che investe anche il cartaceo.

Scomparse come genere della corrispondenza amorosa le vecchie cartoline si sono trasformate infatti in promocard, (cartoline promozionali) trovandosi più che a loro agio nei localini alla moda, tra un brunello di Montalcino e un mojto: un vero fenomeno, considerato che, mediamente, in un anno, ne vengono distribuite, nei paesi industrializzati, oltre cento milioni. La cartolina pubblicitaria si aggiudica il titolo di media più sfruttato, insieme al manifesto pubblicitario, apparso per la prima volta in Francia nel 1870.

La vecchia idea della cartolina commerciale, immessa in un luogo nuovo, ha attirato un pubblico diverso e sviluppato nuove creativitá. Le grandi aziende come Pirelli, Bugatti, Pelikan, Vespa e Campari, nel corso della loro storia avevano prodotto cartoline con grandissime firme, ma da 20 anni ormai non ne facevano più. Il grande ritorno si è avuto oggi.

Multinazionali, ma anche associazioni di volontariato offrono nuove collezioni di anno in anno. Un classico sono ormai le cartoline dell'Unicef: quasi quattro miliardi vendute in tutto il mondo dal 1949 ad oggi. E poi ci sono i collezionisti - oltre 30 mila in Italia - gente capace di avere in casa duecentomila cartoline.

Eppure, nonostante tutto questo, la cartolina è una "sopravvissuta", così dicono gli esperti. Perlomeno da quando, nel 1995, le Poste Italiane eliminarono l'affrancatura a tariffa ridotta di cui godeva da 121 anni, rendendola meno speciale e praticamente uguale ad una lettera.