l’agguato in via Borsellino 

La difesa di Benigno chiede la perizia psichiatrica

Sarà una perizia a stabilire le condizioni di Francesco Benigno, 51 anni, noto alle forze dell’ordine per precedenti e accusato di tentato omicidio. “Francuccio”, raggiunto da richiesta di processo...

Sarà una perizia a stabilire le condizioni di Francesco Benigno, 51 anni, noto alle forze dell’ordine per precedenti e accusato di tentato omicidio. “Francuccio”, raggiunto da richiesta di processo con rito immediato su istanza presentata dal pm della Procura di Nocera Inferiore, sarà sottoposto alla visita di uno specialista, su richiesta dei difensori, e la consulenza tecnica dovrà stabilire la sua capacità di intendere e di volere nelle circostanze contestate.
Benigno, figlio del più noto Antonio, pluripregiudicato cutoliano, fu arrestato poco dopo aver sparato contro Pasquale Iannone, 34 anni, nel pomeriggio del 23 aprile scorso. Il cinquantunenne, secondo le ricostruzioni della polizia, intervenuta sul caso, esplose due colpi d’arma da fuoco con una pistola calibro 9 a salve modificata. I colpi erano ferirono all’addome Iannone poi sottoposto a un lungo intervento chirurgico all’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore.
Dietro quell’agguato non ci sono moventi accertati, con ipotesi ricollegate agli ambienti dello spaccio di stupefacenti. Il cinquantunenne pregiudicato nocerino fu sottoposto a fermo di indiziato del delitto di tentato omicidio ai danni di Iannone, con il carcere confermato dal Gip dopo l’udienza di convalida. “Francuccio” fu fermato e rintracciato il giorno successivo nell’area parcheggio di un supermercato a Cava de’ Tirreni. L’episodio era avvenuto alle 14,30 del giorno precedente, nei pressi del palazzo di giustizia di Nocera Inferiore, lungo via Borsellino, in una traversa che costeggia il passaggio a livello. Lì Benigno esplose contro Iannone due colpi di pistola calibro 9x21 da un’arma a salve modificata, a ridosso dell’ex stazione ferroviaria di Nocera-Piedimonte. Le ragioni ora potrebbero legarsi a problemi psichici, a seconda dell’esito dell’accertamento. La vittima degli spari fu raggiunta all’addome da un solo colpo, con lesioni riscontrate in più parti dell’intestino e alla mano.
Dopo la primissima fase investigativa svolta dalla polizia, con gli uomini del commissariato guidati dal vicequestore Amato, l’indagato, già noto alle forze dell’ordine del territorio, fu sottoposto a fermo: dopo la conclusione delle indagini preliminari, la difesa dell’imputato ha chiesto la perizia per stabilire le sue condizioni e la sua conseguente capacità al momento del fatto.
Alfonso T. Guerritore
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