IL CASO

La cultura ad affidamento diretto: il “Verdi” sceglie pure i facchini

Dopo la chiamata degli “art director” per le Luci d’Artista, il Comune s’affida a Oren per il Massimo

SALERNO - Che si tratti di maestri d’orchestra, tenori e soprano oppure di attrezzisti e tecnici, la scelta di chi lavora nelle produzioni del Teatro Verdi è affidata all’insindacabile ed esclusiva scelta del direttore artistico del Massimo, Daniel Oren , con la collaborazione del suo braccio destro, il segretario artistico, Antonio Marzullo . Quando invece l’amministrazione ha deciso che il format di Luci d’Artista andava rinverdito e aggiornato, si è deciso di mettere in campo una procedura che, a prescindere da quello che il mercato offre, ha individuato direttamente i due art director torinesi che avranno il compito di ripensare e di ridare appeal alla kermesse invernale. In pratica, gran parte dei fondi per la cultura di cui il Comune ha disponibilità sono - praticamente già assegnati più o meno sempre agli stessi eventi senza che sia mai sondato l’umore “artistico e culturale” del territorio. Non solo. Perché le ultime decisioni danno sembrare che per il comparto cultura ci sia una sola metodologia di scelta per i servizi: le selezioni a chiamata diretta. Una modalità che, quantomeno, rischia di prestare il fianco ai detrattori della politica sulla Cultura di Palazzo di Città secondo cui, alla fine, chi lavora sono sempre gli stessi artisti e le stesse società.

Decide tutto Oren. Se, infatti, con l’apertura di provini per ballerini e figuranti sembrava che il palcoscenico del Massimo salernitano - anche su sollecitazione delle scuole di danza - si fosse aperto ad accogliere nuove promesse e talenti, non è così, invece per la selezione di tutto il vasto mondo di figure professionali che ruotano attorno alla produzione di un’opera lirica. È infatti - come si precisa in una determina - «il maestro Oren che, nell’ambito delle sue prerogative contrattuali, dovrà scegliere gli artisti solisti, i tecnici, i maestri collaboratori e i professionisti, anche mediante l’individuazione dell’organizzazione che ne detiene l’esclusiva, ritenuti necessari per tutte le fasi della realizzazione del programma artistico-musicale ». In pratica è Oren a selezionare dal primo dei cantanti fino all’ultimo degli elettricisti. Se però risulta estremamente semplice comprendere la ragione per cui gli artisti coinvolti nelle opere - che spesso è lui a dirigere - siano scelte dal maestro, non sembra altrettanto semplice comprendere il motivo per cui la stessa procedura valga anche per tecnici e attrezzisti (falegnami, elettricisti, costumisti, scenografi ma anche trucco e parrucco). Dal punto di vista normativo, questa procedura è resa possibile dal momento che, si sottolinea nella determina, «gli spettacoli in programma si configurano come prestazioni di carattere originale, intellettuale e artistica, la cui particolare natura non comparabile consente l’affidamento ad un unico operatore economico determinato ». Ma resta comunque un grosso interrogativo sull’opportunità della chiamata diretta anche per figure professionali che non sono legate alla parte artistica dell’opera.

La scelta dell’art director. Selezionata direttamente, anche senza un preliminare confronto tra le possibili offerte economiche, anche la società (la Ondesign Studio architetti associati) dei due art director torinesi per le Luci d’Artista, gli architetti Maria Cristina Milanese e Gianluca Pannoli . In questo caso ha pesato il curriculum della società e, probabilmente, il fatto che l’architetto Pannoli ha già realizzato delle installazioni sia per le Luci di Torino che per l’edizione 2013 della kermesse di Salerno. Abbastanza per determinare l’amministrazione a non sondare il mercato, magari spuntando un ribasso migliore rispetto all’1,5% ottenuto (quindi circa 130 mila euro a fronte dei 167 mila a bando) dalla società dei “direttori artistici”.

Eleonora Tedesco