La crisi investe anche Testa

Chiudono i coloniali, tutta l’attività in via Duomo. Locali sfitti al posto dei nomi storici

«Siamo al civico 100, a sei metri, angolo via Duomo». È questo l'avviso che da meno di una settimana campeggia sulle vetrine dello storico negozio di coloniali, vini, liquori e bomboniere “Testa” in via Mercanti. L'ennesimo manifesto di resa, o per lo meno di sofferenza, che i residenti del quartiere si sono ormai abituati a incontrare sul loro cammino tra i vicoli più antichi della città, dove ormai è rimasto ben poco di quel passato commerciale che caratterizzava la zona.

Uno dei luoghi di riferimento dei golosi del centro storico ha chiuso i battenti, i titolari dell'azienda a conduzione familiare hanno deciso di mantenere aperto solo il secondo punto vendita, quello inaugurato nel 1955 all'angolo con via Duomo, distante solo pochi metri dal primo negozio ormai chiuso, presente in via Mercanti dal lontano 1933. Antonella Testa, attuale titolare dell'attività, ha trasferito tutte le tipologie merceologiche presenti nel primo negozio nei pochi metri quadrati che prima ospitavano solo ed esclusivamente bomboniere facendo di necessità virtù, due negozi in uno.

La chiusura dello storico negozio di coloniali, tappa obbligata degli abitanti del quartiere e non solo per l'acquisto dei dolciumi con cui riempire le calze nei giorni antecedenti l'Epifania e in occasione di una festa, ha destato parecchio sconforto nei clienti più affezionati che però Antonella Testa si sente di rassicurare: «Per ora ci siamo sistemati così ma non è detto che in futuro non ci possa essere una bella sorpresa per i salernitani che da generazioni ci scelgono come negozio di fiducia».

I clienti hanno risposto: «Va bene tutto, basta che non ve ne andiate da qui». Sui motivi che hanno spinto la commerciante a “traslocare”- e quindi a ridimensionarsi nella sua attività - lei glissa ma voci di quartiere imputano la decisione a un fitto del locale diventato troppo esoso.

E non sarebbe certo la prima volta che questo accade: via da Procida insegna. Lì sono tanti gli antichi mestieri che sono scomparsi per via dell'aumento del fitto delle botteghe artigiane, diventate ormai da anni bar, chupiterie, ristoranti di cucina etnica take away. Ma non è necessario fare un così lungo salto all'indietro per evidenziare come il centro storico stia subendo delle trasformazioni che minano la sua vocazione profonda. E basta passeggiare una mattinata per via Mercanti per notare che le saracinesche abbassate, le vetrine abbandonate, le attività “mordi e fuggi” stiano prendendo il sopravvento. Dall'inizio dell'anno, quindi in clima ancora natalizio, hanno chiuso almeno sei negozi, alcuni erano dei “temporary shop” - attività temporanee strettamente legate alle Luci d'Artista, manifestazione a cui avevano legato la loro sopravvivenza con una prospettiva di guadagno sicura ed immediata - altre erano piccole imprese avviate e ben radicate sul territorio. Una fra tutte la gelateria Gerry in via da Procida, che a inizio gennaio ha concluso la sua decennale avventura nella movida salernitana lasciando orfani centinaia di clienti affezionati, nonché i tanti giovani che di sera vanno nel centro storico e che ora non potranno più contare sulla brioche della buonanotte. Ma se il centro storico, in qualche modo, si era abituato alle continue chiusure delle attività storiche, la zona che ancora fa fatica ad accettare la crisi è corso Vittorio Emanuele dove pure stanno cominciando a scomparire marchi locali, sostituiti da brand molto più adatti ai centri commerciali che alla via principale di una città.

I commercianti del luogo lasciano alle grandi aziende, ai famosi franchising, il peso di sopportare fitti esorbitanti che un singolo negoziante non sarebbe più in grado di sostenere, vista anche la contrazione dei consumi. A fianco ai brand internazionali capita, però, di vedere locali sfitti, ingressi sbarrati e manichini nudi dietro vetrine impolverate. Ora il caso più eclatante è quello della Coin - i cui locali, si dice, siano stati opzionati da una famosissima catena di fast food - o della Stefanel, le cui cui mura potrebbero però ospitare un marchio già presente in corso Vittorio Emanuele, così come si vocifera che accada all'interno dell'ex Banco di Napoli, all'incrocio con via Velia. Non si ancora come saranno sfruttati i locali lasciati liberi da Frette, altra storica ditta che ha chiusi, a due passi dal corso. Ma domani a chi toccherà?

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