La crisi fa aumentare le visite d’istruzione

Diventano sempre meno frequenti le tradizionali gite di più giorni Molti preferiscono le trasferte a “corto raggio” perché meno costose

SALERNO. Gli studenti salernitani quest’anno hanno dovuto dire addio alle classiche gite scolastiche che duravano quattro o cinque giorni e, a volte, anche una settimana. Formalmente viaggi d’istruzione ma, alla visita di monumenti e mostre, si univa soprattutto l’aspetto ludico. Oggi, a causa della crisi, sono sempre meno gli istituti scolastici che decidono di organizzarli.

A confermarlo è il coro, quasi unanime, dei titolari delle agenzie di viaggio. «Quest’anno – ha spiegato Mario De Cesare dell’omonima agenzia di via Roma – la tendenza si è invertita. Mentre sono calate le richieste di preventivi per i viaggi lunghi, sono aumentate invece le visite di carattere educativo, soprattutto quelle che durano un giorno». Un nuovo fenomeno che sembra coniugare l’aspetto della crisi a quello della qualità dell’offerta formativa. È indubbio che le scuole, anche su suggerimento delle famiglie, hanno guardato al portafogli, senza costringere i propri alunni a rinunciare ad un momento di crescita comunque importante. La visita “studio” di un giorno ha, infatti, un duplice aspetto positivo: costa meno (20-25 euro la quota singola) e arricchisce il bagaglio culturale.

Chi, invece, sceglie di non rinunciare alla gita, opta ormai da anni su località italiane, principalmente “low cost”. Le regioni più gettonate sono la Puglia, la Sicilia, l’Umbria e la Liguria con le Cinque Terre. «Il rapporto – ha spiegato Maurizio Barbirotti, titolare dell’omonima agenzia di piazza Alfano I – è di due, massimo tre, viaggi realizzati su dieci preventivi ordinati dagli istituti scolastici». La stessa situazione è avvenuta anche in un’altra agenzia di viaggi, la Jolly Animation Travel di via Margotta. Anche qui, quest’anno, sono state soltanto due le gite organizzate su oltre dieci richieste di preventivo. «Ma – spiegano dall’agenzia – anche noi abbiamo battuto poco questo terreno». A far desistere le agenzione è anche il criterio adottato dagli istituti scolastici per la scelta delle destinazioni, dei servizi offerti e dei costi, ovvero quello della gara d’appalto. «Molti istituti – ha osservato ancora Barbirotti – si affidano ad agenzie che offrono il prezzo più basso, tralasciando la qualità dei servizi offerti».

La quota singola per un viaggio di quattro o giorni in Italia oscilla tra i 210 e i 250 euro. Tanti, ma non troppi se si vedono invece le quote per i viaggi all’estero che possono arrivare anche intorno ai 500 euro. Tra le mete preferite per le “vacanze studio” – dove i ragazzi frequentano anche dei corsi, perlopiù linguistici – ci sono Budapest, Praga, Berlino, Lisbona e Madrid. Troppo care, invece, Londra e Parigi.

Mattia A. Carpinelli

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