«La criminalità si stoppa aggredendo l’economia»

Franco Roberti subentra a Pietro Grasso: «In città c’è ancora da fare tanto Qui la malavita non spara: si alimenta di appalti, riciclaggio e reati ambientali»

La priorità sarà contrastarne i traffici economici, perchè «è l’unica arma possibile per combattere la criminalità organizzata». Franco Roberti, eletto dal plenum del Csm nuovo procuratore nazionale antimafia, non sembra intimorito dal peso del ruolo che, dal 10 agosto, andrà ufficialmente a rivestire, raccogliendo l’eredità di Pietro Grasso, presidente del Senato. Il numero uno della procura salernitana, che ieri ha saputo della nomina proprio mentre si trovava nel suo ufficio, al terzo piano di Palazzo di Giustizia, ha le idee chiare sul da farsi: «cooperazione con l’Unione europea per fronteggiare fenomeni malavitosi transnazionali, adeguamento tecnologico per ostacolare al meglio una criminalità globalizzata e lotta serrata al riciclaggio attraverso mezzi normativi ed organizzazione adeguata». In tal senso «mi lasciano ben sperare le parole del presidente del Consiglio - ha commentato - in merito alla volontà di aggredire i paradisi fiscali». Anche perchè, tagliare le gambe all’economia criminale, significa ripristinare in modo efficace la legalità. Dopo quattro anni di permanenza a Salerno, ed alle spalle un’esperienza di tutto rispetto nelle indagini sul clan dei Casalesi, il procuratore antimafia lo sa benissimo. «Lascio un territorio dove la criminalità organizzata è purtroppo forte e presente in modo radicato. Qui, dopo gli anni di piombo, fortunatamente si spara poco, ma la malavita s’ingrassa facendo affari grazie al riciclaggio di denaro sporco, agli appalti, ai reati ambientali, insomma alimentandosi di tutto quello che nell’illecito può produrre introiti economici. L’ho sostenuto fin dal giorno del mio insediamento in città - ha ricordato Roberti - e lo ribadisco anche oggi, che lascio l’ufficio a malincuore per il grande calore umano e la professionalità dei colleghi che ho trovato: senza un piano di azioni tese a svuotarne le casse, la malavita continuerà nei suoi traffici». Non è un consiglio a chi raccoglierà il suo testimone (si parla di Corrado Lembo, procuratore di Santa Maria Capua Vetere), «perchè chiunque sia sarà una persona validissima e capace di far rispettare la legalità con impegno e determinazione». Piuttosto un monito che, su scala locale come su scala nazionale, deve accompagnare quotidianamente l’azione degli investigatori. «A Salerno abbiamo fatto molto. Il mio rammarico è di non aver visto tutto realizzato - ha evidenziato riferendosi ad inchieste ancora aperte - ma conto di poter apprezzare i frutti di questo impegno anche quando rivestirò il nuovo incarico». Roberti è stato eletto con venti voti a favore, tra cui quelli del vicepresidente Michele Vietti, del presidente Giorgio Santacroce e del pg di Cassazione Gianfranco Ciani. Al ballottaggio ha avuto la meglio su Roberto Alfonso, procuratore capo a Bologna: per lui hanno votato anche tutti i togati di Area, di Unicost, i due indipendenti Corder e Nappi, i laici di centrosinistra, il togato di Mi, Alessandro Pepe, e il laico del Pdl Bartolomeo Romano. Sei, invece i voti andati a Alfonso. «Preferisco insediarmi prima e poi stilare un programma sul quale lavoreremo in futuro», ha commentato a caldo. «Credo ci sia da riprendere un percorso già tracciato dai miei predecessori, naturalmente tenendo conto dell’evoluzione che la criminalità organizzata ha registrato». Poi un ringraziamento ai colleghi «che negli ultimi dodici anni a Napoli e poi a Salerno mi hanno accompagnato in un percorso professionale che è una vittoria di squadra più che un successo personale».

©RIPRODUZIONE RISERVATA