La corruzione apre le porte alla camorra

Isaia Sales: «Il tema è sottovalutato, vige la regola che coloro che ne parlano sporcano l’immagine di Salerno»

NAPOLI. Uno sguardo sul tema legalità più profondo della retorica gomorrista può essere l’abbrivio dell’anno nuovo, in una terra dove la domanda di giustizia arranca storicamente. Vuole lanciarlo Isaia Sales, tra i primi studiosi del fenomeno camorra a livello nazionale, appena chiamato nel comitato dei “saggi” per la legalità dal sindaco de Magistris.

«Un auspicio per il 2017? Passeggiare per Napoli senza correre il rischio di prendersi una pallottola», esordisce il saggista.

Delle cronache criminali di Napoli si parla sempre molto sui massmedia. Ma a Salerno come è la situazione?

La criminalità in provincia di Salerno non va assolutamente sottovalutata e sbaglia chi paragona Napoli a Salerno immaginando una differenza enorme. Mentre a Napoli la criminalità ha molto a che fare con la plebe, a Salerno e provincia ha molto a che fare con una parte della borghesia, con relazioni politiche che a Napoli città in questo momento non sembrano essere la caratteristica principale. A Salerno sembra più appoggiarsi alla corruzione politica, a Napoli sembra più appoggiarsi sulle condizioni di deprivazione dei ceti che abitano il centro storico e la periferia.

Taluni tendono a separare gli ambiti di analisi e non ammettono una relazione sinergica tra la pur dilagante corruzione nella pubblica amministrazione e la criminalità organizzata. Lei sta dicendo il contrario?

«Esatto. E dico che se vogliamo capire cosa accade a Salerno e provincia bisogna parlare più della corruzione, che è la porta aperta alle mafie».

Ritiene che ci sia una sottovalutazione del fenomeno camorristico a Salerno?

«Se dovessi dire quanto leggo dagli atti giudiziari e da quant'altro non mi sembra che ci sia una priorità su questo tema. Il tema è sicuramente sottovalutato. A Salerno vige la regola che chi parla di criminalità e corruzione sporca l’immagine della grande Salerno che si vuole rappresentare. Quindi si abbassa il tono della discussione e si abbassa qualsiasi importanza a questo tema, ma è un errore clamoroso».

Quali ambiti potrebbero confermare quanto lei sta affermando?

«Credo che chiunque abbia a che fare col mondo degli affari e con l’economia in provincia di Salerno sappia il peso che gioca la criminalità. E diverse vicende hanno dimostrato in maniera evidente che siamo di fronte ad un ruolo economico importante».

In questa sottovalutazione da lei denunciata, scorge forse delle responsabilità politiche?

«Ma sicuramente ci sono grandissime responsabilità politiche».

Quali sono i comportamenti negazionisti o soltanto omissivi della politica?

«A volte i politici pensano che fare clientela o tollerare la corruzione non esponga alla criminalità, che si tratti tutto sommato di reati tollerabili. Invece sono i primi passi a cui si appoggia la criminalità di tipo mafioso. Dovunque c’è clientela e corruzione prima o poi arriva il mafioso».

Gli indici di apprezzamento della politica sono da anni in caduta libera. La classe dirigente sembra totalmente screditata agli occhi del cittadino, stando a quanto riportano in modo unanime i sondaggi di opinione. Quanto pensa che una politica squalificata possa incidere nella penetrazione camorristica nell'economia e nella pubblica amministrazione?

«Certamente la politica screditata rappresenta un fattore di penetrazione delle mafie. Il tramite dell’ingresso della criminalità nell'economia è gran parte la politica. Mafiosi e camorristi sono a ridosso dell’economia politica, cioè quell’economia che dipende dalla autorizzazioni amministrative, il grande tema dell’edilizia e dei centri commerciali».

Come mai?

«Sono tutti settori che hanno a che fare con le autorizzazioni pubbliche, e dove è molto più facile la presenza camorristica, che passa dalla relazione con la politica».

Le voglio chiedere di indicare una priorità per il 2017 in materia di legalità e lotta al malaffare.

«Vorrei che la politica facesse una grandissima autocritica sul proprio modo di gestire le risorse pubbliche. Direi che prima della lotta alla criminalità viene la lotta al sistema clientelare e alla corruzione politica, è lì che c’è il grande vulnus che apre la porta alla camorra».

Cosa chiede ai partiti?

«I partiti dovrebbero fare una grande battaglia, una volta si chiamava questione morale, quando era vivo Berlinguer, e credo che soprattutto a sinistra quella lezione andrebbe riattualizzata».

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