La città si ferma per l’ultimo saluto al prete del sorriso

Centinaia di persone ai funerali di padre Cosimo Corrado L’omelia commossa del vescovo, il pianto di don Andrea

Eboli si ferma per Padre Cosimo Corrado, il parroco della Madonna delle Grazie stroncato da un infarto venerdì mattina mentre si trovava nell’aula professori del ‘Focaccia’ di Salerno. L’omaggio dei cittadini è iniziato ieri mattina quando, allestita la camera ardente all’interno della chiesa, un fiume di ebolitani si è accalcato per salutare il parroco-insegnante. Già dalle 14 i fedeli hanno iniziato a prendere posto nei banchi: in pochi minuti la chiesa era gremita al punto che i vigili urbani hanno chiuso via Serracapilli al traffico per consentire a quanti rimasti fuori di poter partecipare alla celebrazione dei funerali.

Un mare di gente ha accolto l’arcivescovo di Salerno, monsignor Moretti, che è entrato in chiesa preceduto da una lunga schiera di sacerdoti. A fare da cordone umano i volontari dell’Unitalsi ed i ragazzi del gruppo scout. Niente fiori, ma una chiesa stracolma di gente semplice, autorità civili e militari. Al rito funebre hanno presenziato tra gli altri il comandante della compagnia dei carabinieri di Eboli, Alessandro Cisternino, il preside dell’Itis ‘Focaccia’, Renzo Stio, il sindaco di Campagna, Roberto Monaco.

L’improvvisa morte del parroco chiamato alla vocazione come frate cappuccino, ha sconvolto l’intera città che si è accalcata nella chiesa ed affollato via Serracapilli. A celebrare il rito funebre c’era l’arcivescovo Moretti circondato da sacerdoti e diaconi: «aveva una fede semplice e profonda che destava meraviglia e stupore; e la partecipazione di oggi lo dimostra – ha esordito nella sua omelia Moretti – quando gli ho chiesto di venire a servire la Chiesa qui ad Eboli, lui ha affrontato la fatica più grande, lasciare Salerno. E non faceva altro che ringraziarmi dicendo che il Signore è buono per il dono ricevuto di vivere questa fraternità». Un dono trasmesso agli ebolitani che ieri hanno pianto il parroco “timido” come lo ha definito l’arcivescovo nell’omelia: «quando venne da me la prima volta disse che non aveva dormito la notte. Poi visto che, aggiunse, non lo avevo mangiato, mi abbracciò. Il Signore lo ha chiamato a se ma padre Cosimo non ci ha lasciato». E a confermare le parole dell’arcivescovo i palloncini a forma di cuore con la foto di padre Cosimo che lasciati volare dalla folla si sono fermati tra le foglie delle palme all’ingresso della chiesa. Il prete della gente, lo hanno definito alcuni fedeli che ascoltavano l’omelia all’esterno della chiesa, che si sono commossi a sentire la voce spezzata dalle lacrime di don Andrea Arminio durante la preghiera. Tante, tantissime le persone che sono rimaste fino al termine della celebrazione per dare l’ultimo saluto, con un lunghissimo applauso a padre Cosimo, il parroco del sorriso, un sorriso che aveva raccolto tanti bambini molti dei quali ieri sono scoppiati in un pianto quando il feretro è stato caricato sul carro funebre: «padre Cosimo veglierà su di te anche adesso» ha detto una mamma al figlio singhiozzante; ma lui sotto al suo berretto di boy scout ha risposto tra le lacrime: «lo so ma sarò io che non potrò più vedere il suo sorriso».

Angelica Tafuri

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