La città difende il suo porto

Rotto l’isolamento, la battaglia contro l’accorpamento di Salerno a Napoli unisce i partiti

SALERNO. “Giù le mani dal porto di Salerno. A difesa della nostra città”. Scritto a caratteri cubitali sui telonati di alcuni tir e urlato dai megafoni installati sulle auto, il messaggio di imprenditori e lavoratori portuali ieri mattina ha invaso il centro cittadino, teatro del sit in di protesta organizzato dalle segreterie provinciali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti per chiedere al Governo di ascoltare la voce di chi vive quotidianamente il porto di Salerno che, con il decreto legislativo di riordino dei porti vedrà accorpate le Autorità portuali di Napoli e Salerno ed ingloberà il porto di Castellamare di Stabia in un’unica Autorità regionale. In piazza anche i lavoratori dell’Autorità portuale che, in segno di solidarietà con i colleghi del porto, hanno timbrato il cartellino nella sede di via Sabatini per poi raggiungere il presidio. «Quello che ci preoccupa – hanno sottolineato i tre sindacati di categoria – non è il diniego assoluto all’accorpamento ma il metodo con cui avverrà». Il rischio, hanno sottolineato, è che con lo spostamento a Napoli del “cervello” gestionale della nuova Autorità unica, le decisioni potrebbero non tenere conto delle esigenze del territorio salernitano. Preoccupazioni che sono state portate all’attenzione della Prefettura, in vista della riunione del prossimo 11 febbraio tra il comitato delle Regioni e il ministro Delrio. E intanto il fronte del “no” si va via via allargando, diventando anche bipartisan. In piazza, infatti, c’erano esponenti politici di destra e di sinistra, per una volta uniti in una battaglia “a difesa della città”. I consiglieri comunali di opposizione, Roberto Celano e Raffaele Adinolfi, hanno abbandonato la seduta della commissione Bilancio in Comune per scendere a portare la loro solidarietà a lavoratori e maestranze. «Abbiamo chiesto – hanno spiegato i due esponenti di centrodestra – che venga calendarizzato al più presto un consiglio comunale monotematico sul tema e in tal senso abbiamo anche presentato un nostro ordine del giorno che speriamo venga condiviso anche dalla maggioranza». In piazza anche Roberto De Luca, secondogenito del governatore della Campania. «Il porto di Salerno – ha detto – è una grande industria ma anche un’infrastruttura di servizio per tutto il sistema produttivo locale. Questa non è una battaglia di campanile ma una richiesta di modifica di un testo di legge che mira a garantire efficienza ad un comparto che, numeri alla mano, è cresciuto tantissimo. E non è – ha aggiunto – neanche una guerra di poltrone». «La Regione ha ancora un margine per intervenire e conoscendo chi la guida – ha detto riferendosi al papà – ci sarà un minimo di intervento». Per il senatore del Movimento 5 Stelle e capogruppo in commissione Trasporti, Andrea Cioffi, «accorpare Salerno sotto Napoli è come inserire una cellula sana in un corpo malato. Il rischio – ha sostenuto - è che si infetti la cellula, invece di far guarire il corpo. Come mai il nostro governatore De Luca, sempre pronto a difendere il modello Salerno ora resta in silenzio? Sarà che aveva barattato la sottomissione del porto con una presidenza della nuova Autorità per il suo fedelissimo Andrea Annunziata, al solo scopo di mettere le mani sulla più grande azienda di Napoli, ovvero il suo porto? A quale gioco stanno giocando il Governo e De Luca – ha attaccato – sulla pelle dei lavoratori e degli operatori del porto di Salerno? La nostra attenzione resta altissima». Anche per il segretario provinciale di Sel, Franco Mari, «De Luca è prono ai desiderata di Palazzo Chigi. Con l’accorpamento delle Autorità portuali, Salerno e il suo territorio perdono evidentemente un altro pezzo della loro autonomia e della loro capacità di programmazione. È indubbio che così rischiamo di compromettere definitivamente la nostra capacità di fare sistema, di resistere a tensioni esterne, di difendere la nostra occupazione». Preoccupato anche il mondo dell’artigianato e della piccola impresa, rappresentato dalla Cna di Salerno (che ha distribuito volantini) e quello dell’agricoltura, con la Coldiretti preoccupata che l’accorpamento possa portare «il centro decisionale altrove e troppo distante» . «Salerno – ha sostenuto il presidente provinciale Vittorio Sangiorno – è la provincia a più forte vocazione agroalimentare della Campania e il porto è fondamentale per la crescita dell’export».

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