La Centrale del latte Azionariato diffuso per evitare la vendita

Proposta delle organizzazioni sindacali al Comune Intanto giovedì al Tar ci sarà l’udienza di merito sul bando

Ancora pochi giorni, per la precisione giovedì, e il Tar dovrebbe dovrebbe dire con chiarezza se il bando per la privatizzazione della Centrale del latte è legittimo o meno. Nell’attesa della pronuncia, le organizzazioni sindacali si stanno già organizzando e ieri hanno tenuto una conferenza stampa presso la sede provinciale della Cgil per ribadire il loro “no” alla privatizzazione e per proporre una soluzione alternativa che permetta di dire ancora nei prossimi mesi che il latte dell’azienda è salernitano.

«Nonostante possano esserci difficoltà economiche all’interno dell’Amministrazione - spiega Anselmo Botte della Cgil - non c’è nessuna giustificazione a dismettere un’azienda che in venti anni non è mai stata in perdita. Ñoi speriamo di invertire la decisione e nel frattempo stiamo lavorando anche su altre soluzioni». Una di questa è l’azionariato diffuso cui dovrebbero partecipare i lavoratori con una parte del loro Tfr, i salernitani, i produttori, i distributori e gli istituti di credito. A tal proposito, interesse in tal senso è stato già manifestato dalla Bcc di Aquara e dalla Carisal.

L’intenzione è quella di presentare un vero e proprio documento al Comune di Salerno già nella giornata odierna nel quale i sindacati raccoglieranno tutto il lavoro fatto silenziosamente in questi mesi. La speranza è che, alla luce di quanto scritto, almeno questa volta vengano convocati dall’Amministrazione. «E’ oltre un anno - chiarisce infatti Ciro Marino della UilaUil - che la proprietà non si è mai degnata di riceverci. Anche se in questi mesi non si è sentito parlare più della Centrale del latte, noi abbiamo continuato a fare riunioni. La nostra speranza è che il Tar possa accogliere la richiesta dei lavoratori e rimettere tutto in gioco. Intanto dato che è scaduto il contratto di secondo livello, aspettiamo che venga fissato un incontro e da quello capiremo meglio che idea si ha in mente dell’azienda».

Ma se il Tar dovesse invece dare ragione al Comune di Salerno? «Noi - conclude Botte - siamo già pronti a fare ricorso al Consiglio di Stato e a chiedere l’eventuale sospensiva del bando».

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