La Casta difende le pensioni d’oro

Conte e Del Mese: «Il problema vero è ridurre il numero dei parlamentari»

SALERNO. La "casta" si difende. E difende le pensioni d’oro che la normativa garantisce anche dopo una sola legislatura. Un vitalizio che può sommarsi a altri redditi e altre pensioni, comprese quelle legate a ulteriori incarichi elettivi. Tra i salernitani, a cumulare i due vitalizi è tra gli altri Isaia Sales, ex consigliere regionale ed ex sottosegretario al Bilancio. Sull’opportunitá di mantenere il privilegio anche in tempi di crisi si affida a un no comment: «Non ho ancora letto l’inchiesta apparsa sui giornali.Ora non so rispondere, devo prima farmi un’opinione».

Chi un’opinione ce l’ha, e ben chiara, è un altro ex sottosegretario, Paolo Del Mese: «Quando si fanno i conti sui vitalizi si dimentica sempre di dire che durante il mandato i parlamentari pagano fior di contributi. Io versavo duemila euro al mese, e ne ho spesi altri 45mila per riscattare gli ultimi due anni.Inoltre il costo medio di un parlamentare italiano è il più basso dei Paesi europei. E’ facile fare speculazioni, ma il nodo da affrontare, se davvero si vuole tagliare le spese, è quello della riduzione del numero dei parlamentari, che andrebbero dimezzati.Una proposta che tutti dicono di condividere ma che nessun gruppo si prende l’onere di inserire all’ordine del giorno delle Camere.Avviene così anche per la legge elettorale, eppure sono modifiche che con l’accordo di tutti si potrebbero fare in pochi mesi».

Sul taglio della rappresentanza punta anche l’ex ministro Carmelo Conte:«Non credo che il rimedio possa essere la compressione della qualitá parlamentare, ma la diminuzione dei deputati e l’abolizione del Senato, che darebbe benefici anche in termini di efficacia dell’azione di governo».Per lui, la polemica sui vitaliziserve da diversivo per non approfondire i contenuti di una manovra economica che penalizza il Mezzogiorno. «Il Centro Nord si riprende grazie al commercio estero, ma al Sud questo non avviene.E mentre la manovra comprime i mercati, si dá in pasto all’opinione pubblica un dibattito di questo tipo senza affrontare il problema vero, che è la riforma delle istituzioni».

Di un taglio del cinquanta per cento alla deputazione parlamentare parla pure l’ex senatore Gaetano Fasolino, che liquida come «quisquilie» il risparmio che potrebbe arrivare da una modifica del regime previdenziale di deputati e senatori. Auspica poi altre due misure: l’abolizione delle segreterie romane dei parlamentari («che vengono definite il loro pied a terre») e, soprattutto, la revisione delle norme per l’assunzione degli aiutanti.

«I parlamentari percepiscono tra i cinquemila e i seimila euro per pagare i loro collaboratori - spiega - Ma a fronte di qualcuno che davvero assume dei giovani, altri si rivolgono a mogli e figli oppure non prendono nessuno. Il contributo, però, lo percepiscono comunque, e se lo mettono in tasca».Per eliminare l’anomalia propone che siano le Camere a fare le assunzioni, senza versare i soldi al parlamentare e cancellando così il suo potere discrezionale.«Se vogliamo essere seri, sono queste le riforme che vanno fatte - conclude - Il resto, compreso il dibattito sulle pensioni, è solo una presa in giro».

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