tentato omicidio della prostituta

La Cassazione gli dà ragione Vitagliano andrà al Riesame

Accolto con rinvio ai giudici del Riesame, il ricorso in Cassazione di Gianluca Vitagliano, il camionista battipagliese accusato del tentato omicidio di una prostituta bulgara. Il quarantenne, in...

Accolto con rinvio ai giudici del Riesame, il ricorso in Cassazione di Gianluca Vitagliano, il camionista battipagliese accusato del tentato omicidio di una prostituta bulgara. Il quarantenne, in carcere dallo scorso 6 giugno, assistito dall’avvocato Agostino Allegro, aveva chiesto una misura cautelare meno restrittiva. Ora il tribunale di Salerno dovrà ripronunciarsi, attenendosi ai princìpi dei giudici capitolini.

Il camionista si è sempre professato innocente. «Stavamo solo facendo un gioco erotico», disse al gip Pietro Indinnimeo nell’interrogatorio di garanzia. Dallo stesso gip tornerà il prossimo mese quando sono previste due udienze, una delle quali servirà per la nomina di un consulente per la perizia psichiatrica. Si tenterà, inoltre, di fare l’incidente probatorio con la vittima, la prostituta bulgara che lo accusa di avergli stretto le mani al collo durante un rapporto sessuale a pagamento in una stradina di via Wenner, nella zona industriale di Salerno.

Era il 4 giugno. La donna, alla precedente convocazione, non si presentò, nonostante avesse avuto regolare notifica. Il tentativo per fare il confronto tra vittima e indagato sarà ripetuto, sperando nella reperibilità della donna. Per il giudice, che ha accolto la richiesta del pm Roberto Penna, esistono i gravi indizi di colpevolezza, soprattutto dopo quella frase pronunciata da Vitagliano, che indossava un baby-doll: «Stasera non ti faccio tornare a casa».

I fatti si verificarono dopo le due di notte. Vitagliano, che con la lucciola aveva avuto già altri due incontri, si era presentato con venti euro chiedendo un rapporto orale, abbigliato con un baby doll nero con cui si era fatto fotografare nelle volte precedenti. Su Vitagliano, inoltre, c’è il sospetto che possa avere a che fare con la morte delle due prostitute, Alina Roxana Ripa e Mariana Tudor Szekeres, uccise tra fine dicembre e inizio maggio. Da questa seconda accusa, quella di essere il presunto serial killer, Vitagliano si è sempre difeso, dichiarandosi subito disponibile a un test del Dna e accettando che fosse prelevato un campione di saliva.

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