La Cassazione è pronta a punire la Scognamiglio

Avviata l’azione disciplinare nei confronti del giudice Ma l’inchiesta romana potrebbe colpire altri politici

SALERNO. Il procuratore generale della Cassazione ha avviato l’azione disciplinare nei confronti del giudice Anna Scognamiglio coinvolta nella vicenda dell’inchiesta avviata a Roma sul magistrato legata alla sentenza sulla sospensione dell’applicazione della legge Severino al governatore della Campania Vincenzo De Luca. Una inchiesta, che secondo alcune indiscrezioni romane, si allargherebbe ad altri esponenti del “cerchio magico” del presidente coinvolgendo, pare, altre figure di spicco oltre a quella di Nello Mastursi, il capo staff politico del governatore dimessosi dall’incarico a Palazzo Santa Lucia e subito dopo anche da quello di dirigente del Partito democratico regionale. Ore cruciali che potrebbero creare un vero e proprio terremoto politico in Campania.

Intanto sul giudice napoletano, finita nel giro d’intercettazioni sulle quali stava lavorando la procura di Napoli, il vice presidente del Csm Giovanni Legnini ha spiegato che il pg della Cassazione ha deciso di esercitare l’azione disciplinare sulla base dei capi di incolpazione ma non ha richiesto misure cautelari nei confronti del magistrato. Per lei la prima commissione del Csm ha già avviato, nelle scorse settimane, la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale e la giudice ha avanzato a Palazzo dei Marescialli una richiesta di trasferimento “in prevenzione”, che attende il vaglio della terza commissione del Csm. La prima Commissione, da parte sua, ha dato parere favorevole al trasferimento della Scognamiglio all’ufficio giudiziario di Aversa. Nell’inchiesta, oltre al magistrato napoletano, a Nello Mastursi e al governatore De Luca sono coinvolti alcuni avvocati: Gianfranco Brancaccio e Giuseppe Vetrano, quest’ultimo già candidato alle scorse regionali; un infermiere del Santobono di Napoli, Giorgio Poziello e il marito della Scognamiglio, Guglielmo Manna.

Proprio quest’ultimo è l’epicentro della vicenda. Manna con i due avvocati e Poziello brigava per ottenere, dal governatore, un incarico nella sanità pubblica (mai avuto, ndr) in cambio di un presunto interessamento della moglie nell’addomesticamento della sentenza di sospensione. Proprio la Scognamiglio, infatti, era la relatrice della sentenza del tribunale civile di Napoli. La “cricca dei legali” con la complicità dell’infermiere, brigò per avvicinare il governatore e proporsi come deus ex machina nella vicenda Severino, a patto però di ottenere un incarico di prestigio.

L’inchiesta trasferita da Napoli a Roma proprio perché era coinvolto un giudice partenopeo, sta ora accertando le responsabilità di ognuno degli indagati. Capire se c’è o meno un diretto coinvolgimento del presidente De Luca; se Mastursi abbia agito in solitario o se, come parrebbe, altre figure di quel “cerchio magico” erano a conoscenza dell’operazione.

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