«La Carfagna faccia un passo indietro»

Il consigliere comunale Gagliano all’attacco: «Non è possibile coordinare un partito da Roma»

«Via Mara Carfagna da coordinatrice provinciale di Forza Italia». Il consigliere comunale Salvatore Gagliano convoca la stampa all’alba del fallimento del centrosestra e di Forza Italia alle provinciali, per dire la sua sulla gestione politica delle elezioni. Una voce, quella di Gagliano che si alza dopo che dal regionale, il partito di Berlusconi, ha chiesto alla Carfagna di rivedere gli assetti della gestione provinciale e di liquidare Pasquale Aliberti, Mimmo Di Giorgio, Eva Longo, Marzia Ferraioli salvando solo il senatore Enzo Fasano nel ruolo di vice coordinatore. Gagliano è durissimo: «La Carfagna non può fare il coordinatore da Roma. Faccia un passo indietro e non conceda più ai soliti nominati la gestione del partito, altrimenti anche alle regionali sarà un fallimento». E si parla di composizione di liste: «Serve chi ha i voti e non come alle provinciali che addirittura tre candidati non hanno avuto nemmeno una preferenza». Ad alzo zero anche sui parlamentari di Fi: «Al netto di Eva Longo a Palazzo Sant’Agostino non si è visto nessuno. E non si è capito questi parlamentari chi hanno sostenuto». Insomma un partito «che ha ottenuto lo stesso numero di consiglieri dell’Udc che in provincia era sceso ai minimi storici».

Ma le criticità sono anche e soprattutto in un centrodestra spaccato: «Il leader di FdI trova sempre il modo di dare la colpa agli altri quando si perde. Ma la sconfitta del centrodestra alle provinciali ha un nome e cognome: Edmondo Cirielli». Sono d’accordo con Aliberti: «Romano è stato solo l’agnello sacrificale. Ma la sconfitta è anche il risultato di una cattiva gestione dell’Ente». Per Gagliano, il turnover «di assessori, consulenze, spreco di denaro, occupazione del potere e affidare la presidenza ad un non eletto» hanno minato i «principi che da anni abbiamo difeso e contro i quali abbiamo combattutto il centrosinistra». Così, «con Romano in campo si è già fatto un miracolo» e quel 19 per cento che ha avuto FdI «deve dimostrarlo anche alle regionali dove credo non riuscirà a farlo perché il partito di Cirielli è solo un fenomeno locale e senza la gestione del sottogoverno della Provincia non conterà più nulla». Con Gagliano c’era Aveta, lo stesso che ha affondato la politica del governatore Stefano Caldoro sostenendo che De Luca sarebbe stato sicuramente migliore. E anche ieri ha ribadito il concetto: «Se è vero che gli steccati ideologici sono saltati, allora è meglio il sindaco di Salerno che Caldoro che in questi anni ha fatto arretrare la Campania su tutto: dalla sanità ai trasporti». Gagliano, rispetta le opinioni, «ma in questo momento il mio sostegno sarà leale a Caldoro anche se su alcune cose credo che De Luca abbia fatto bene. Io non sono come Celano - conclude - che attacca su tutto».

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