VOTI E VELENI

L'urlo del governatore De Luca: «Operazione squadrista»

Il sindaco Napoli: "Roberto non è più assessore comunale al Bilancio e allo Sviluppo"
 

SALERNO - Roberto De Luca non è più assessore al Bilancio e allo Sviluppo del Comune di Salerno. A chiarire la vicenda è stato lo stesso sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli. "Roberto De Luca, con un gesto di grande signorilità, di grande onestà intellettuale e di grande responsabilità, ha rassegnato le dimissioni da assessore".

 

SALERNO. Una «operazione camorristica e squadristica» nei suoi confronti, che «parte dal tema della gestione dei rifiuti». Una «campagna di aggressione mediatica pseudogiornalistica alla vigilia di una delicata tornata elettorale». Scende direttamente in campo il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, affidando a un video postato sulla sua pagina Facebook, la sua opinione sull’inchiesta giornalistica e della procura di Napoli che vede indagato per corruzione il figlio secondogenito Roberto. Un affondo, quello di De Luca, che sembra essere diretto anche e soprattutto a forze interne al suo stesso partito. Che a Napoli operano in un clima d’opposizione all’azione del governo regionale. È lo stesso direttore di Fanpage.it, Piccinini che a Guido Ruotolo di Tiscali.it confessa che l’imbeccata sui rifiuti è arrivata da «una fonte di altissimo livello del Pd e di Palazzo Chigi che mi ha suggerito di indagare sull’emergenza smaltimento delle ecoballe per capire il sistema di potere del governatore Vincenzo De Luca». Ecco perché, nel suo video, il governatore spiga che «due anni fa la Regione Campania ha stipulato un protocollo con l’Autorità anticorruzione e siamo l’unica regione d’Italia nella quale tutto quello che riguarda la gestione dei rifiuti e delle acque è sottoposto alla vigilanza e al controllo dell’Anac: le gare che facciamo per rimuovere le ecoballe – aggiunge – vengono approvate dalle autorità anticorruzione, che deve approvare capitolato di gara, vigilare sulle aziende che partecipano alla gara e controlla la commissione che aggiudica le gare. Un esempio nazionale di correttezza e trasparenza. Dunque, il senso di questa ignobile operazione di aggressione nei nostri confronti è esattamente questo, la camorra la stiamo cacciando in relazione ai rifiuti e questa è la risposta che abbiamo ottenuto, una campagna che è una vergogna nazionale». Sull’inchiesta giornalistica poi: «Ma quale giornalismo! Viene ingaggiato un camorrista, uno che si presenta mascherato, un signore che va a fare un’intervista a mio figlio e parla solo lui – commenta – parla solo il camorrista, parla di cose che non c’entrano niente, cerca di tirare in ballo la Regione. E l’interlocutore che sta lì sconcertato ad ascoltare questo signore. È una cosa vergognosa vergognosa, ci dovremmo vergognare per il fatto che in Italia ci sia spazio per operazioni di mero squadrismo. Il significato che questa operazione è esattamente il contrario di quello che vogliono fare apparire, è la reazione dei delinquenti e dei camorristi a un’operazione di pulizia». «A che punto è ridotta la democrazia italiana – sbotta De Luca – noi siamo arrivati al punto che una persona perbene deve vivere nella paura. Vi può arrivare in casa un camorrista che nasconde una telecamera a fare una registrazione, un’operazione di violenza privata non è un’operazione di trasparenza. Siamo in un paese nel quale la democrazia è diventata davvero una cosa strana se una persona perbene deve vivere nella paura di manovre occulte. Ormai la gente normale se ne scappa dalle istituzioni e dalla vita pubblica per questo sistema di aggressione mediatica continuo a cui fai fatica a rispondere nei tempi brevi. Quando hai 3mila titoli che sono totalmente diffamatori e dovresti fare 200 querele per diffamazione, come fai a difenderti in tempi brevi?». Per questo, è la difesa del governatore, «noi in questo momento siamo oggetto di un’aggressione, stiamo vivendo una resistenza in Campania, ci sentiamo partigiani a difesa di libertà e dignità umana». Di fronte a «una vita pubblica fatta di calpestamento della dignità delle persone, di distruzione della vita delle persone senza che ci sia una reazione adeguata, in un’Italia arrivata davvero alla barbarie». E dunque siano «accesi tutti i riflettori. Chi sono questi signori che hanno fatto questa provocazione? Chi è venuto a fare questa montatura? Sappiamo che di questi tempi le operazioni per inquinare le elezioni sono tante. Chi sono questi? Chi li manda? Chi li paga? Pretenderemo chiarezza su tutto». E poi l’affondo sulle opposizioni. In primis al «giovanotto (Luigi Di Maio) che si mette in tasca 15mila euro al mese e parla contro la casta offendendo la dignità di chi la vita se la suda con il suo lavoro». E poi Pietro Grasso «c’è da vergognarsi, non una parola sui camorristi. Un finto moralismo da quattro soldi». Ma è chiaro che De Luca punta l’indice anche contro tutti gli altri: «Gli faremo ingoiare tutto a chi l’ha messa in piedi e a chi si è prestato».
Intanto il leader di Liberi e Uguali rispediasce al mittener le provocazioni: «Non ci interessano le vicende personali, su cui invece indaga la magistratura. Non risponderò alle provocazioni e alla sfide a duello sul terreno del moralismo». Il presidente de Senato, spiega: «Saremo a Napoli per rivendicare il primato di una politica indisponibile a qualsiasi contatto con affaristi e criminali, una politica pulita che lotta per il benessere dei cittadini». Mentre il candidato premier dei 5 Stelle osserva: «Vincenzo De Luca continua ad insultare e minacciare i giornalisti, mentre Renzi e tutto il Pd tacciono. E singolare come nessuno degli esponenti dem, a cominciare da Renzi, prenda le distanze dalle aggressioni verbali ai cronisti di fanpage, dopo quelle fisiche dell’altro giorno».

Carlo Pecoraro 
©RIPRODUZIONE RISERVATA