«L’Unità senologica in via Vernieri»

I residenti del Carmine contro il trasferimento a Pastena del presidio sanitario disposto dall’Asl

Quando a inizio agosto si diffuse la notizia del trasferimento dell’unità organizzativa di Senologia dalla sede di via Renato De Martino, in zona Carmine, a quella del Poliambulatorio di Pastena, nella zona orientale della città, predisposto dal direttore generale dell’Asl, Antonio Squillante, i primi a insorgere furono i sindacati - in particolar modo la Cgil Funzione pubblica - che denunciarono i disagi a cui, una volta avvenuto tale spostamento, sarebbe sicuramente andata incontro l’utenza.

Ora ad alzare la voce - e a voler organizzare una petizione contro il trasferimento - sono gli abitanti del quartiere che a breve verrà privato di una struttura così importante, tra di loro in prima linea le donne che, attraverso Laura Vitale del comitato “San Francesco”, chiedono che l’ambulatorio rimanga lì dov’è ora.

«Il nostro rione resterebbe così sfornito di un presidio sanitario importantissimo - spiega Vitale - in quanto la struttura di via De Martino riceve ogni giorno donne del quartiere, e non solo, con l’obiettivo di prevenire tumori al seno con mammografie, visite e altri accertamenti. Se proprio si deve effettuare un trasferimento - propongono dal comitato - perchè non farlo prendendo in considerazione la sede Asl di via Vernieri? Sarebbe molto più logico e più pratico per tutte quelle donne che per anni hanno avuto nella struttura del rione Carmine un punto di riferimento certo».

Ammontano a 3.500 le prestazioni annuali di screening mammografico e di diagnostica che vengono effettuate al presidio di via De Martino, senza considerare le oltre 2.500 visite ambulatoriali: un numero di pazienti, questo, «che si vedrà costretto a recarsi in una sede periferica difficile da raggiungere con difficoltà, vista anche la poca efficienza dei mezzi pubblici - sottolineò a inizio agosto Margaret Cittadino della Cgil Fp - Dal momento che si tratta prevalentemente di donne in età avanzata, si riesce a comprendere quale risvolto di carattere sociale si verrà a verificare».

Il trasferimento deciso dai vertici dell’Azienda sanitaria locale è stato deciso con la necessità di creare un’unica piastra radiologica ambulatoriale, accorpando sia il personale tecnico che medico di radiologia presente in entrambe le unità organizzative. Una soluzione «razionale ed intelligentema ma solo a primo acchitto - denunciò il sindacato - visto che a soffrire del trasferimento saranno soprattutto le tante pazienti che necessitano di uno screening di primaria importanza». (fi.lo.)

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