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L’ultimo abbraccio a Stefano

In migliaia alla fiaccolata per ricordare la vittima di Rigopiano

VALVA. In migliaia alla fiaccolata in ricordo di Stefano Feniello lunedì sera a Valva, in occasione della celebrazione della messa in ricordo del ventottenne deceduto sotto le macerie del hotel Rigopiano di Farindola in Abruzzo, il 18 gennaio scorso, insieme ad altre 28 persone. Dolore e sconcerto sul viso degli amici, dei parenti e dei sindaci di Oliveto Citra, Ricigliano, Salvitelle, San Gregorio Magno, Contursi Terme e Valva, quest’ultima città natale di Stefano. Al termine della messa, una fiaccolata ha attraversato le vie del centro storico e la piazza di Valva dove ad attendere c’erano tanti bambini che hanno lanciato in aria palloncini e lanterne.

Alla fiaccolata erano presenti anche i genitori di Stefano, mamma Maria e papà Alessio, che non si dà pace: «Se ci fosse stato il figlio del sindaco o del Prefetto in hotel avrebbero mandato l’esercito per salvarli e invece hanno sequestrato i clienti e li hanno fatti morire. I primi responsabili sono il sindaco di Farindola, il presidente della Provincia, il Prefetto di Pescara e il presidente della Regione, cambiassero mestiere se non sono capaci di assumersi le loro responsabilità. Combatterò affinché nessuno muoia più a causa di una turbina, voglio giustizia e verità per Stefano e le altre vittime. Voglio sapere chi ha ammazzato mio figlio. Con Stefano sono morto anch’io – racconta in lacrime Alessio Feniello – ho perso tutto. Quale cifra può ripagare un padre che ha perso un figlio? Io non ho bisogno di soldi. Il prossimo anno avrei realizzato il sogno di vedere sposato Stefano e invece gli ho fatto il funerale. Grazie a chi?».

Intanto sulle responsabilità delle istituzioni e sul grave ritardo dei soccorsi indaga la Procura della Repubblica di Pescara che ha aperto un’inchiesta per omicidio plurimo colposo e disastro colposo.

Mariateresa Conte

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