L’ospedale scoppia Esplode la protesta degli infermieri

L’accentramento provoca disagi agli operatori e all’utenza E la gestione dell’emergenza rimane ad alto rischio

Infermieri esausti. Sofferenti e familiari pure. Scoppiano gli ospedali dell’Asl Salerno, quello di Nocera Inferiore in particolare. Le lamentele percorrono i corridoi, le sale d’attesa e le medicherie. Una rappresentanza degli operatori sanitari aderenti al Nursind, ieri mattina, lo ha voluto affermare mettendo in scena un flash mob.

Indossando una maglietta con su scritto “infermieri esausti”, in otto si sono distesi nell’atrio dell’ospedale. Una protesta pacifica che è però servita a sollevare il velo da una situazione alquanto compromessa e complessa. Dopo la riconversione di Pagani e soprattutto di Scafati, in viale San Francesco è stato il caos. Una condizione che perdura da troppo tempo. Si è parlato della riqualificazione del piano terra e delle strutture di emergenza, ma finora non è partita nessuna opera. Ma soprattutto non si parla del problema più grave: la carenza del personale. «L’ospedale “Umberto I” – ha dichiarato Luigi Acanfora, esponente del Nursind nella RSU – è l’unico presidio rimasto dopo la riconversione di Scafati e Pagani. C’è, quindi, un grande afflusso di cittadini da tutto l’Agro. I reparti non riescono a fare più ricoveri, nonostante si arrivi pure a cinque barellati, con camere super affollate e addirittura miste». Mancano gli spazi ai piani, ma anche al pronto soccorso che per liberare i posti smista a reparti già intasati. «Non si riesce a garantire un ricambio al pronto soccorso a causa delle barelle occupate – ha aggiunto Acanfora –, per questo ci sono i disguidi con i pazienti e i loro familiari che a volte diventano aggressioni verbali ed anche fisiche». Attenzione su Nocera e non solo. «Noi vogliamo attirare l’attenzione su quanto sta accadendo in tutta l’Asl Salerno. La scelta è ricaduta su Nocera perché rappresenta un caso emblematico di centralizzazione a discapito del territorio. Lo scopo della manifestazione – ha spiegato Pasquale Picariello, segretario provinciale del Nursind – è quello di scuotere l’opinione pubblica, portando all’attenzione della politica il disagio non solo degli operatori sanitari, ma anche quello della popolazione, che subisce troppo spesso le lunghe liste d’attesa e perdendo la fiducia nel servizio pubblico è costretta a rivolgersi al privato, aumentando spesso i costi della sanità». I sindacalisti chiedono, dunque, al direttore generale Antonio Squillante di integrare meglio «ospedale e territorio» fornendo «una risorsa indispensabile come gli infermieri».

Salvatore D’Angelo

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