IL PUNTO

L’insensata ostinazione dell’obbedir tacendo

L'inutile decisione di chiudere mezzo Lungomare

Col capo cosparso di cenere abusiamo del motto dell’Arma - “usi obbedir tacendo” - tratto da “La Rassegna di Novara” di Costantino Nigra, il poema dove l’autore immagina che Re Carlo Alberto passi in rassegna l’esercito dei Caduti nelle battaglie. In prima fila ci sono i Carabinieri. E tralasciamo il verso successivo - “E tacendo morir” - per ovvie ragioni. Ma quanto accaduto ieri in città ha davvero dell’incredibile.

Dopo l’insensata (e inutile) decisione di chiudere mezzo - e ribadiamo - mezzo Lungomare per evitare assembramenti e, dunque, la diffusione del virus, come era prevedibile i salernitani ieri si sono riversati su Corso Vittorio Emanuele per la rituale passeggiata del sabato mattina. Tutti - o la gran parte - muniti di mascherina, in un distanziamento però impossibile. Siamo certi che gli stessi salernitani, ieri mattina, avrebbero voluto essere tra gli ampi viali del Lungomare, sempre in mascherina ma in una situazione di distanziamento - questo sì - possibile. Perché il buon senso, ne siamo certi, è sempre il più efficace antidoto all’ostinazione dell’obbedir tacendo (scuse ancora alla Benemerita). E i salernitani lo hanno dimostrato, a dispetto di chi li governa.

Giovedì è bastato il “consiglio” arrivato dal Governatore via nota stampa per provocare la pronta e incisiva risposta del sindaco Enzo Napoli: chiudo il lungomare, chiudo la villa comunale e, se non basterà, badate, pure le piazze e le strade della “movida” nel centro storico. Ora ne parlo col prefetto. Il quale, di rimando, gli ha posto il problema della Polizia municipale: anche i vigili urbani devono partecipare al piano di controllo. Perché la Villa comunale, munita di recinzione, può anche essere chiusa a doppia mandata; ma la promenade sul golfo no. Ma i vigili sono pochi, pochissimi... Ed ecco che il piano “militare” di chiusura del Lungomare si è man mano ridimensionato: non va chiuso tutto, ma solo una parte. Quella che va dalla spiaggia di Santa Teresa a piazza della Concordia. Il tratto, per intenderci, ben visibile dalle ampie vetrate dell’ex Palazzo del Podestà.
Eppure gli ostinati salernitani - che non sono abituati ad “obbedir tacendo” - hanno deciso che ieri dovevano passeggiare al sole. Sul Corso. Ed eccoli, a centinaia, affollare la corsia unica che taglia in due la city, arrivare in piazza Portanova, tra venditori di palloncini e chincaglierie varie; imboccare il budello di via Mercanti, attraversarlo tutto, fino a Largo Campo. E poi tornare indietro. Come si faceva un tempo. E questo mentre, pochi metri più in giù, verso il mare limpido e calmo di una mite giornata di Novembre, c’erano le transenne scalcagnate del Comune e le solitarie camionette dell’Esercito ad arginare il nulla. Il nulla dell’obbedir tacendo.