L’insegnante pedofilo rimane ai domiciliari

Respinto il ricorso del 67enne paganese che chiedeva di poter tornare al lavoro È accusato di aver molestato alcune delle sue allieve di musica popolare

PAGANI. Rimane agli arresti domiciliari il sessantasettenne insegnante paganese di musiche popolari, accusato di tentata violenza sessuale su minorenni: i giudici del secondo collegio del tribunale di Nocera Inferiore hanno respinto anche la richiesta di lavoro presentata dal legale di fiducia Antonello Coppola, nonostante il “reddito zero” certificato con tanto di documentazione Inps e la certificazione che attestava l’impiego, già svolto fino all’ordinanza cautelare, al Mercato ortofrutticolo di Pagani come facchino, dalle 4 del mattino alle 10. “Solidarietà familiare e pericolo di pregiudicare le esigenze cautelari”, in particolare, sono le motivazioni addotte dai giudici competenti, ragioni fondanti per il rigetto della richiesta di remissione in libertà o in subordine la sostituzione della misura con un divieto di avvicinamento e di permesso di recarsi al lavoro.
Il processo è alle prime battute con il dibattimento aggiornato al prossimo otto giugno per i primi testi della pubblica accusa, con i genitori delle presunte vittime e i militari verbalizzanti che materialmente svolsero i riscontri successivi alla prima fase di denuncia. Il facchino-maestro paganese fu arrestato dopo la denuncia di una madre, allertata da conversazioni sospette lette su whatsapp, con i riscontri della Procura avviati con perizie tecniche e accertamenti sulle memorie dei cellulari e le contestuali audizioni delle ragazzine svolte in modalità protetta con l’assistenza di psicologi.
Secondo le accuse l’uomo avrebbe abusato del rapporto quotidiano di frequentazione con le ragazzine minori di quattordici anni durante le lezioni di musica popolare, abusando della sua posizione di direttore artistico e insegnante della scuola di balli e dell’età. Agli atti d’inchiesta resta «una intensa e sistematica attività di persuasione e pressione psicologica, con frasi esplicite, richieste di incontri a sfondo sessuale, apprezzamenti diretti a ottenere il compimento di atti sessuali, richieste di appuntamento, piccoli regali, cercando in una occasione di baciarle sulla bocca», testualmente, come da risultanze investigative. Le vicende ricostruite dai militari comprendono atti di gelosia, le attenzioni e i complimenti scritti dall’uomo, con appellativi di «amore» e «tesoro». Le due vittime individuate avevano dieci e undici anni.
Il successivo decreto di giudizio immediato e ora l’avvio del dibattimento, con l’attuale conferma della restrizione cautelare imposta, attende lo svolgersi del dibattimento.
Alfonso T. Guerritore
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