L’insegnamento di Leo tra fede e handicap

Il tetraplegico originario di Battipaglia: «Ho imparato a convivere con la sofferenza vedendola come un dono»

SALERNO. Un profilo di monsignor Oscar Romero, il vescovo salvadoregno ucciso da un cecchino mentre celebrava messa, ma anche considerazioni sul conflitto arabo-palestinese, sugli equilibri di pace nel mondo, pagine di diario personale e pensieri di carattere etico-religioso. Sono soltanto alcuni dei temi affrontati nel libro di Franco Leo “Dio parla al mondo attraverso un disabile”. L’autore non si è mai “chiuso” nella sua disabilità, anzi ne ha approfittato per studiare, approfondire, scrivere. Attività quest’ultima che, sebbene gli costi fatica, gli è quanto mai congeniale, a giudicare dal successo del volume.

Franco Leo, soffre di tetraparesi spastica a causa di un trauma da parto. Di conseguenza non può controllare l’uso delle braccia e delle gambe e vive su una sedia a rotelle, ma è una mente particolarmente fertile e creativa. Per scrivere deve premere con la testa un grande pulsante collegato al computer: è così che sono nate tante pagine, poi raccolte nel libro presentato in diverse occasioni e già alla sua seconda edizione. Dai suoi testi traspare realismo e obiettività, ma anche tanta gioia, forza, coraggio di superare gli ostacoli, una tenacia che diventa esempio contagioso per i tanti lettori: «Sono limitato nei movimenti e mi trovo su una sedia a rotelle, ma il mio cervello funziona al 100%. Personalmente nella mia vita ho passato cose belle e brutte, ma anche nelle più piccole cose, ho trovato motivo di grande gioia, perché in tutto c’è sempre Dio che ci dà la forza di superare ogni sofferenza».

Il suo libro nasce inizialmente da un diario costituito dalle lettere scritte da Franco e progressivamente registrate sui file del computer. È un inno alla vita, come ha scritto nella prefazione il professor Alberto Granese: «Leo vuole toccare tutti gli aspetti più delicati della civiltà moderna, spaziando dall’esperienza personale agli eventi storici». La sua “lezione sul dolore” si estende ad ognuno: «La sofferenza - scrive Leo - è qualcosa che riguarda tutti noi, sia abili che disabili e che fa parte di noi, così come il bere, il mangiare, il dormire... Dobbiamo solo imparare a fronteggiarla in modo positivo e costruttivo, solo così ogni esperienza diventa fonte di crescita personale ed interpersonale». Per lui è stato fondamentale il percorso di crescita spirituale,: «Ero a buon ragione in crisi, poiché non avevo considerato i progetti che Dio aveva fatto su di me. Solo quando mi recai ad Assisi per un ritiro spirituale, ebbe origine il mio vero cammino di fede. Proprio da allora capii come si convive con la sofferenza, vedendola non più come una condanna, ma un dono fattomi da Cristo. Con questo libro voglio dimostrare che esiste un modo particolare di vedere un disabile, che non è un uomo diverso, inferiore agli altri». Dopo questa prima pubblicazione, per la quale si parla già di una terza edizione, Franco sta continuando a scrivere: «Ma non anticipo nulla. E’ una sorpresa».

Paolo Romano

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