Scuola

L'insegnamento è "rosa", sono donna il 79 per cento dei docenti

Dall'ultima indagine "Talis Ocse" i dati anche su anzianità professionale, richiesta formativa e grado di soddisfazione

La scuola italiana è una donna, spesso anziana e con tanta esperienza, la cui voce fa coro con quella dei colleghi uomini in fatto di fiducia nel proprio operato e insoddisfazione sul piano sociale. Come a dire che la scuola italiana non incontra differenza di genere nell’alzare la voce per essere ascoltata e coinvolta in decisioni al contrario subite spesso. Dall’ultima indagine internazionale sull’insegnamento e l’apprendimento, la Talis – Ocse 2013, questa l’identità della scuola italiana.

I dati ci informano che le donne costituiscono il 79% del corpo docente, facendo collocare l’Italia al quinto posto nella graduatoria complessiva del tasso di femminilizzazione. Se si comparano solo i paesi più industrializzati, addirittura siamo i più femminilizzati. Inoltre, rispetto ai 33 paesi Talis, l’Italia detiene il primato della classe insegnante più anziana con i 6 anni in più rispetto alla media registrata dal sistema e 20 anni di esperienza di insegnamento rispetto a Paesi con insegnanti più giovani e con poca esperienza. Interessante sapere che, a fronte di una grande fiducia nutrita da tutti i docenti nelle proprie capacità di coinvolgimento degli allievi, si riscontra una forte richiesta di formazione innovativa, che rispetto alle Tic risulta ai primi posti nelle attività di sviluppo professionale svolte nei 12 mesi precedenti l’indagine.

L’87% dei docenti italiani di secondaria di primo grado ha fiducia nelle proprie capacità di saper motivare gli studenti che hanno scarso interesse per le attività scolastiche (70% Paesi Talis, 71% Paesi Ue); il 98% sente di saper portare gli studenti a credere nelle loro capacità di raggiungere buoni risultati (86% Paesi Talis). Insoddisfazione, invece, per il feedback sul piano sociale: l’88% dei nostri insegnanti percepisce che l’insegnamento è scarsamente valorizzato nella società (69% Paesi Talis, 81% Paesi Ue), percezione condivisa dal 92% dei nostri dirigenti scolastici (56% Paesi Talis). In Finlandia, nei Paesi Bassi, Singapore e Alberta (Canada) una percentuale tra 40-68% dei docenti sente che l’insegnamento è adeguatamente valorizzato. Questa percezione negativa sembra diminuire allorché aumenta la partecipazione degli insegnanti ai processi decisionali a livello di scuola.

Dati che fanno pensare. In questo mese di luglio in cui si sta amplificando la preoccupazione rispetto alla riforma scolastica presentata dal ministro dell’istruzione Stefania Giannini, tale informazione scientifica comparata arriva ad uopo, se la si tiene in considerazione. A cosa serve, altrimenti, la ricerca?