PUNTI DI VISTA

L'indegna gazzarra sul sacro

Frati francescani, l’un contro l’altro armati. E proprio nei giorni in cui ad Assisi si celebra Francecso, santo dell’umiltà e della povertà. Quel che sta accadendo a Cava de’ Tirreni è davvero sgradevole, per essere benevoli: è in corso una guerra tra frati per “conquistare” una statua della Madonna. Da una parte il fin troppo mitico fra Gigino, un tempo rettore del convento di Cava ed ora a Nocera Superiore, e dall’altra gli attuali reggenti della struttura conventuale. Qui davvero non si tratta di stabilire ragioni e torti sulla presunta rimozione della statua, quella Madonna che gira da una nicchia all’altra di Cava senza trovare la pace celeste e le preghiere degli uomini. Saranno i giudici, nell’Italia dove tutto finisce nelle procure e anche le ragioni della fede finiscono tra i codici, a stabilire ragioni e torti. Ma la domanda è semplice: davvero c’era bisogno di questa indegna gazzarra sul sacro? Ma davvero qualcuno non poteva osservare silenzio? Perchè la domanda è presto fatta: quanto vale “gestire” questa statua della Madonna? Povera Madonna e povero San Francesco. Ma anche povero Papa Francesco che si affanna a dire «vorrei una chiesa povera tra i poveri». Lui, invece, si ritrova pezzi di Chiesa in guerra per una statua della Madonna. Ci sarà pur qualcuno che in nome di una regola gerarchica può mettere a tacere questi guerriglieri della Madonna? Ci sarà un vescovo, un padre provinciale, un’autorità ecclesiastica che abbia il coraggio di dire basta a questa indegna gazzarra sul sacro? C’è chi minaccia di prendere le distanze dalla Chiesa, chi è costretto a dover subìre accuse. Una guerra senza confini alla vigilia delle celebrazione di un’altra Madonna, quella di Pompei a pochi chilometri. Una sola parola, vergogna. Con fraterna carità cristiana.

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