L’incontro con i ragazzi al Giffoni Festival

Fu ospite due volte, la prima nel 1989 da presidente del Consiglio. Al Gff ha regalato due proiettori

GIFFONI VALLE PIANA. Due proiettori 16mm gelosamente custoditi nei depositi del Giffoni Film Festival in attesa che si concretizzi il museo “Testimoni del Tempo”, previsto nel progetto del Giffoni Multimedia Valley, e possano essere finalmente mostrati al pubblico.

Il sette volte presidente del Consiglio e senatore a vita, Giulio Andreotti, qualche anno fa ha voluto testimoniare così, con un lascito importantissimo, il suo affetto nei confronti del festival internazionale del cinema per ragazzi. «Uno dei due proiettori – ha svelato il direttore artistico Claudio Gubitosi – proiettò a Roma l’anteprima italiana di “Quo Vadis”, (il kolossal del 1951 tratto dal romanzo omonimo di Henryk Sienkiewicz e diretto da Mervyn LeRoy), alla quale Andreotti partecipò su invito dell’ambasciatore americano in Italia».

Per ben due volte Andreotti ha visitato la città e il festival: nel 1989 e nel 2008. Ma quella che più rimarrà scolpita nella mente degli organizzatori del Gff e di tutta la città, è sicuramente la prima. Era il 29 luglio del 1989 e si inaugurava la 19esima edizione del Giffoni Film Festival. Andreotti, da poco nominato per la settima – e ultima volta – presidente del Consiglio, accolse l’invito dello staff ad inaugurare la sala cinematografica del “Valle” e a ricevere il premio dedicato alla memoria del cineasta francese François Truffaut.

Fu la sua prima visita ufficiale del mandato. Qui, oggi, ancora si ricordano quelle quattro ore che l’uomo più potente d’Italia dedicò ad un piccolo paesino della provincia salernitana. Si ricorda il suo atterraggio in elicottero sul campo dello stadio comunale “Giuseppe Troisi”.

«Furono quattro ore molto intense. – ricorda Claudio Gubitosi – Andreotti non si sottrasse al rito del confronto con i giurati. Nonostante il caldo di luglio, ascoltò a lungo i giovani giurati nella struttura all’epoca montata in piazza Annunziata dove, per l’occasione, montammo un tendone che riparasse dal sole cocente.

«Vederlo a Giffoni – continua – fu emotivamente molto forte per tutti noi. Ma la città fu elogiata anche sulla stampa internazionale. Ha lasciato un segno per la sua loquacità ma anche per i suoi silenzi e la sua ironia».

Di quella visita ha un ricordo nitido anche Sabato D’Alessio, all’epoca sindaco socialista della città picentina. «Una persona molto umana. – ha ricordato – Lo incontrai quattro mesi dopo. Si ricordava ancora di Giffoni e mi disse: «Sindaco, se ha bisogno di qualcosa mi ritenga a sua disposizione».

Mattia Carpinelli

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