«L’incompatibilità? È acqua passata»

Il Consiglio chiude la procedura, ma 4 esponenti di maggioranza non firmano il ricorso contro la decadenza del sindaco

Con ventisei voti favorevoli il Consiglio comunale ha deciso di chiudere il procedimento di decadenza da sindaco di Vincenzo De Luca perché è «venuta meno la condizione di fatto, non sussiste alcuna condizione di incompatibilità». La situazione di fatto a cui fa riferimento il documento è naturalmente la carica di sottosegretario alle Infrastutture dato che il Governo Letta è caduto. La giustificazione data non è piaciuta ad alcuni consiglieri dell’opposizione. Se per Antonio Cammarota «è venuta meno la materia del contendere», non la pensano allo stesso modo Roberto Celano e Raffaele Adinolfi. «Ci troviamo a discutere questo punto dopo quasi un anno Si è perso solo tempo; si sono tenute riunioni di commissione, si sono chiesti pareri di costituzionalisti illustri che non abbiamo mai letto. A questo punto – ha detto Adinolfi, rivolgendosi ai consiglieri di maggioranza – la delibera ve la votate da soli perché siete stati voi della maggioranza ad uscire dall’aula il 30 dicembre e siete stati sempre voi a fare in modo che intervenisse addirittura la magistratura». Stesso tono anche quello di Celano: «Siamo davanti ad una vergognosa sceneggiata. Dovremmo dichiarare che un sindaco, già decaduto per la magistratura, non è incompatibile. Non partecipiamo al voto perché non c’è assolutamente nulla da votare». Ed infatti i due consiglieri, insieme a Giuseppe Zitarosa, Nobile Viviano e Pietro Stasi, hanno deciso di astenersi. Chiusa la procedura in Consiglio, resta quella giudiziaria. Il prossimo 8 maggio si discuterà in Corte d’Appello il ricorso presentato dallo stesso De Luca contro la decisione del Tribunale civile che ne ha dichiarato la decadenza da sindaco. A quello del primo cittadino, si aggiungerà il ricorso che questa mattina presenteranno i componenti della sua maggioranza. Tuttavia, non tutti hanno appoggiato questa decisione. Mancano, infatti, le firme di Salvatore Telese, Antonio D’Alessio, Augusto De Pascale e Gerardo Calabrese. Tra i rappresentanti di minoranza ha invece firmato Alessandro Ferrara. L’auspicio è che la Corte d’Appello chiuda il procedimento perché De Luca non ricopre più due incarichi. Tale speranza potrebbe restare vana. Infatti, su casi analoghi si è già pronunciata nel 2000 la Cassazione stabilendo che «una volta accertata la sussistenza di una situazione di incompatibilità non rimossa, è del tutto irrilevante ai fini della decadenza che essa sia venuta meno al momento della decisione giurisdizionale». Questo potrebbe significare che, avendo il Tribunale civile accertato l’incompatibilità, nulla cambia anche se De Luca non ricopre più la carica di sottosegretario.

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