L’inchiesta su Pagano travolge anche Canfora 

Indagati il presidente della Provincia, un vice prefetto e due imprenditori

Il presidente della Provincia, due imprenditori di Salerno, un vice prefetto: sono i nuovi nomi che emergono nell’inchiesta sul giudice Mario Pagano, già in organico al Tribunale civile di Salerno e dallo scorso dicembre agli arresti domiciliari con l’accusa di aver messo in piedi un vorticoso giro di favori e corruzione con cui avrebbe condizionato sentenze e orientato l’assegnazione dei processi. Il Tribunale di Napoli ha emesso un avviso di proroga delle indagini per 28 indagati tra cui figurano Giuseppe Canfora (presidente della Provincia e sindaco di Sarno), l’imprenditore Leonardo Calabrese (amministratore del centro diagnostico Cedisa e della casa di cura “la Quiete”), il costruttore Vincenzo Russo (presidente dell’associazione di categoria Ance Aies), il vice prefetto Francesco Sperti (già in carica a Salerno e poi al Ministero dell’Interno).
Per Canfora l’accusa è di concorso in concussione con Pagano e Renato Coppola, autista e uomo di fiducia del giudice di Roccapiemonte. L’ipotesi riguarda un episodio del 2016, quando Pagano avrebbe fatto pressione perché Coppola (dipendente provinciale) fosse trasferito da un ufficio all’altro, ottenendone lo spostamento immediato. Per Calabrese i fatti risalgono invece al 2015 e il reato contestato è quello di corruzione in atti giudiziari in concorso con Pagano. Ipotesi a cui si aggiunge, per Russo, quella di concorso nella rivelazione di segreto d’ufficio, per contatti risalenti al 2012 e al 2016. Il biennio 2012/2013 è invece quello finito sotto i riflettori per il viceprefetto Sperti, accusato con il giudice di abuso d’ufficio e traffico d’influenze illecite.
Una “cricca”, quella descritta dalla Procura attorno al giudice di Roccapiemonte. Un intreccio che vede indagati, e destinatari dell’avviso di proroga, anche altri giudici: il procuratore generale della Corte dei Conti, Michele Oricchio (per due ipotesi di abuso d’ufficio nel 2013 quando presiedeva la Commisione tributaria), l’ex presidente della sezione lavoro Nicola De Marco (abuso d’ufficio e traffico d’influenze illecite dal 2014 al 2016), il giudice civile Maria Elena Del Forno e l’ex senatore Luigi Bobbio, giudice a Nocera (entrambi per un abuso d’ufficio nel marzo 2016). La proroga delle indagini è stata inoltre disposta a vario titolo per Riccardo De Falco e Giovanni Di Giura della casa di cura Villa Silba, il costruttore Eugenio Rainone, Peppino Sabbatino di Nocera Superiore, Luigi Grimaldi di Roccapiemonte, Roberto Leone di Cava de’ Tirreni, il commercialista Antonio Piluso, l’ex comandante della polizia municipale Giancarlo Correale, il cancelliere Nicola Domenico Montone (cognato di Pagano), Ermelinda Aliberti di Montoro, Filippo Romano di San Severino, Assunta Ingenito di Castel San Giorgio, Gennaro Saviano di Palma Campania, Umberto Attanasio di Roccapiemonte, Vincenzo Coppola di Nocera, Salvatore Caligiuri di Pompei, Francesco Pannullo di Roccapiemonte, Salvatore Salomone di Nocera.
Le misure cautelari. Nello stesso giorno in cui diviene nota la richiesta di proroga per uno dei filoni dell’indagine, la Procura rinuncia a chiedere l’inasprimento delle misure cautelari per Mario Pagano e gli altri sei indagati. L’appello al Tribunale del Riesame, che doveva essere discusso ieri, resta in piedi solo per Carmine Pagano (sindaco di Roccapiemonte e fratello del giudice) per il quale gli inquirenti continuano a chiedere la custodia cautelare in carcere. Si deciderà a fine maggio, quando saranno sanati anche alcuni difetti di notifica per le aziende di cui si chiedeva l’interdizione dalle attività. «I giudici – sottolinea in una nota l’avvocato Giuseppe Giarletta – hanno dichiarato inammissibile l’appello della Procura nei confronti di Giacomo Sessa, amministratore della Sa.Car Forni. I sostituti procuratori hanno infatti rinunciato al gravame con il quale erano stata richiesta l’applicazione degli arresti domiciliari».
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