L’imprenditoria salernitana piange Antonio Pastore

Si è spento ieri, a 85 anni, nella sua casa in corso Garibaldi Per dieci anni fu presidente della Camera di Commercio

«La mia vecchia e bella Salerno degli anni Ottanta, quella che aveva nell’artigianato la sua vera ossatura ormai sgretolatasi miseramente nonostante l’eccellenza dei suoi operatori, non esiste più». Era febbraio e Antonio Pastore, a un mese dalle elezioni politiche, a 84 anni suonati, con una lucidità e una memoria da far invidia a un ventenne, in una lunga intervista concessa al nostro giornale, ripercorse mezzo secolo di storia della nostra città e, di riflesso, dell’Italia intera.

Raccontò degli uomini politici che aveva conosciuto - «Gava, Pomicino, Berlinguer, anche lo stesso Almirante, il mio amico Ciriaco De Mita, dei cavalli purosangue, ben diversi da quelli di oggi che si improvvisano amministratori, privi di ogni preparazione e attitudine» - ma anche della sua passione per Hamingway e per D’Annunzio e per gli spettacoli di rivista. Raccontò del 1963, anno in cui riuscì a portare l’azienda che ha diretto fino all’ultimo, la Edil Pastore, ad aprire uno stabilimento dalle dimensioni record per l’epoca, 4mila metri quadrati, in via San Leonardo, dove tuttora insiste.

Ieri pomeriggio, nella sua abitazione di corso Garibaldi, uno degli ultimi grandi imprenditori che Salerno poteva ancora vantare è morto, lo scorso 21 settembre aveva compito 85 anni. Pastore è stato per oltre un decennio presidente della Camera di Commercio e artigianato della Provincia di Salerno. Sotto la sua presidenza fu realizzato il nuovo mercato ittico di Salerno e anche il porto commerciale, che allora non aveva ancora l’Autority, ebbe nuovo impulso. Alla presidenza Pastore è attribuibile anche il trasferimento degli uffici operativi della Camera di Commercio in via Allende e la ristrutturazione della storica sede di via Roma.

Democristiano, esponente della Sinistra di base, è stato per tanti anni uno dei punti di riferimento di Ciriaco De Mita tra gli imprenditori salernitani. Antonio Pastore proveniva dalla Confcommercio, di cui era stato presidente, e mise su una azienda di tutto rispetto nella vendita di igienici e sanitari, dove, benché da tempo ne avesse affidato la gestione al figlio, fino a poco tempo fa passava ogni mattina.

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