«L’ho colpito al cuore perché mi molestava»

Luca Gentile confessa l’omicidio del 60enne Eugenio Tura De Marco E al magistrato racconta la sua versione: «Voleva che lasciassi Daniela»

SALERNO. «Mi molestava sessualmente. E quando gli ho detto di non voler avere più nessun rapporto con lui, mi ha detto che avrei dovuto lasciare anche Daniela. Al mio rifiuto mi ha minacciato con un coltello. Perciò ho sferrato un calcio per difendermi. Lui è caduto a terra e quando si è rialzato l’ho colpito con il coltello che avevo portato con me. Non ha urlato e si è accasciato nuovamente al suolo privo di vita». È questa, in estrema sintesi, la confessione che Luca Gentile, 22 anni, ha reso al pm titolare delle indagini, Elena Guarino. Si è addossato tutte le colpe dell’omicidio di Eugenio Tura De Marco, 60 anni, padre della fidanzata, assumendosi ogni responsabilità. Ma ha anche fornito la sua versione dei fatti, che adesso dovrà essere accertata dagli inquirenti, che ieri hanno effettuato un ulteriore sopralluogo nell’appartamento di Piazza d’Aiello, nel rione Fornelle. Un’ispezione, durata all’incirca un’ora e mezza, concordata per trovare il coltello e per verificare alcuni particolari forniti proprio dal 22enne. Gentile, infatti, ha riferito al magistrato come il suocero pretendesse da lui prestazioni sessuali. E come avesse pure messo in discussione il rapporto con la figlia, Daniela Tura De Marco, di 24 anni, che a quanto pare era ignara di tutto. Daniela, d’altronde, ha un passato veramente difficile: ha accusato il compagno della moglie di averla violentata quando aveva 12 anni, tant’è che è in corso un procedimento penale. Daniela aveva trovato in Luca l’uomo della sua vita. E il fidanzato, sabato pomeriggio, si è incontrato con il 60enne per la resa dei conti. Il 22enne, però, aveva con sè anche un coltello. La discussione, ben presto, è degenerata, trasformandosi in litigio.

E sono spuntate le “lame”. Gentile ha dapprima colpito con un calcio De Marco e, quindi, ha sferrato 5 coltellate. Quella mortale è stata inferta al cuore. Altri tagli, invece, sono stati ritrovati alla tempia, al fianco e alla gola. Poi Gentile si è allontanato e ha gettato l’arma del delitto nel fiume a Torrione. E poco dopo è tornato sul luogo del delitto, in compagnia della fidanzata, La 24enne ha dato l’allarme perché, pur essendoci la luce accesa in casa, il padre non rispondeva né al citofono e neppure ai diversi messaggi inviati tramite whatsapp. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Radiomobile. Mentre i militari hanno tentato di forzare la porta di ingresso, la figlia, salendo su una grata presente sotto una finestra, ha rotto il vetro, è entrata in casa e ha aperto la porta ai militari. Una volta all’interno la scoperta del cadavere: l’uomo era riverso, privo di vita, nei pressi dell’ingresso del soggiorno. Perciò è stato allertato il Nucleo investigativo, guidato dal maggiore Alessandro De Vico, del Reparto operativo, diretto dal tenente colonnello Giulio Pini. Da una prima verifica è sembrato che il 60enne fosse deceduto per cause naturali, in quanto vicino al cadavere c’era poco sangue. Perciò si è ipotizzato come la causa del decesso potesse essere stato un malore improvviso, che aveva fatto cadere l’uomo e battere il capo contro lo stipite della porta del soggiorno. Ma la verità è ben presto venuta a galla.

È bastata l’ispezione esterna della salma, effettuata dal medico legale Adamo Maiese, che ha rivelato due profonde ferite da taglio, al torace e sul dorso. E il copioso sangue presente sulla maglia indossata dal 60enne. Appena si è diffusa la notizia della reale causa della morte, Gentile è stato colto da una crisi epilettica e trasportato al Ruggi. Sentito come persona informata sui fatti, ha ammesso di aver incontrato De Marco poco prima.

Ma la sua versione non ha convinto gli inquirenti, anche perchè sui suoi abiti sono state rilevate evidenti tracce di sangue. Perciò, nelle prime ore della mattina di ieri, è stato sottoposto a fermo, perché ritenuto responsabile di omicidio volontario. E subito dopo è crollato, confessando il delitto. Dopo le formalità di rito, Gentile è stato associato alla casa circondariale di Salerno, a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

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