nocera inferiore

«L’ho aggredita ma non volevo ucciderla»

Il 57enne accusato di aver tentato di strangolare l’ex moglie con un filo elettrico ha risposto alle domande del giudice

NOCERA INFERIORE. «Non volevo ucciderla»: così Eugenio Di Nicola, 57 anni, indagato per tentato omicidio nei confronti della ex moglie, ha spiegato l’episodio nel corso dell’udienza di convalida del fermo davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Nocera Inferiore, Giovanna Pacifico. L’uomo ha parlato di un alterco, raccontando uno scambio tra lui e la donna. «C’è stato un litigio, poi ho preso il filo elettrico, è vero, ma non ho stretto». All’esito dell’udienza, dopo la rituale camera di consiglio, il gip ha confermato il carcere per il cinquantasettenne, assistito di fiducia dall’avvocato Valerio De Nicola.

L’indagato era stato catturato nel primo pomeriggio di martedì, poche ore dopo il ricovero al pronto soccorso della donna, che dai primi elementi risultava essere stata aggredita, presa a pugni e poi stretta alla gola con un filo elettrico, e salvata soltanto dall’intervento di una terza persona. Poi la polizia aveva avviato le ricerche, fermando successivamente l’uomo in via Cucci: a quel punto il cinquantasettenne avrebbe indicato dove trovare l’arma impropria, quel filo elettrico divenuto strumento per la violenta aggressione ai danni della ex moglie. Dalle successive verifiche e ricostruzioni, è stato possibile appurare che tra i due erano già scoppiati violenti moti di gelosia, con lui più volte arrivato a infuriarsi, fino all’aggressione registrata in via Gramsci, alle undici circa della mattinata di martedì scorso, nell’area del centro storico della città. Poi la donna era stata trasportata in ospedale a Nocera Inferiore, con quindici giorni di prognosi refertati dal reparto d’emergenza dell’“Umberto I” e la successiva denuncia presentata, le indagini e il fermo eseguito dalla squadra mobile del commissariato di Nocera Inferiore, con Di Nicola preso mentre era a passeggio con il suo cane. Gli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero di turno, Ernesto Caggiano, avevano eseguito il fermo: il soggetto era già incline a comportamenti volenti, finito in manette con l’accusa formale di tentato omicidio con l’aggravante della premeditazione, culmine di altre manifestazioni di gelosia nei confronti della donna, con la quale aveva avuto una relazione.

L’uomo resta in cella, con la massima misura restrittiva confermata dal giudice in ragione del rischio di reiterazione e della particolare delicatezza della vicenda. Resta confermata anche la grave contestazione di tentato omicidio ipotizzata dalla polizia di Stato nelle primissime fasi dell’indagine. Secondo gli elementi indiziari raccolti, Di Nicola, ora in cella al carcere di Salerno-Fuorni, avrebbe agito per uccidere, pianificando l’aggressione.

 

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