L’exploit del Fiano Tresinus Vola Agricola San Giovanni

L’azienda cilentana conquista cinque bottiglie e supera le griffe storiche

SALERNO. La crisi prosciugherà i portafogli, ma non la voglia di bere bene. Anche perchè, ben un quarto dei vini d’eccellenza giungono in enoteca ad un costo inferiore ai quindici euro, senza dunque costringere chi ama le buone etichette a svenarsi. Parola della guida “I vini d’Italia de l’Espresso 2014”. Giunto alla tredicesima edizione, il vademecum ancora una volta effettua uno screening puntuale ed accuratissimo della produzione enologica nazionale, attraverso una selezione attenta e sistematica effettuata su ben 25mila vini assaggiati. Non mancano le informazioni di carattere generale, con indicazioni sulla conservazione, sul servizio del vino, sugli abbinamenti, unite alla presenza di un utile glossario tecnico. Tra stelle, eccellenze, outsider e premi speciali per il rapporto qualità-prezzo, la guida offre dunque una panoramica di cosa cresce nelle vigne del Belpaese, con un focus per ogni regione. La Campania non la fa da padrona rispetto alle blasonatissime bottiglie del Nord, ma si difende bene soprattutto per la presenza di diverse aziende dislocate tra il Cilento e la Costa d’Amalfi. Quest’anno sono due le realtà vitinicole che sembrano strappare maggiori simpatie ai curatori della guida: Tenuta San Francesco e Agricola San Giovanni. Ed è in particolare quest’ultima a registrare il più applaudito exploit tra i calici del made in Salerno.

Sul red carpet. Ritagliata nel verde selvaggio e nel silenzio di Punta Tresino, Agricola San Giovanni di Mario Corrado ed Ida Budetta conquista una stella ed è l’unica a vantare in tutta la provincia - superando anche il griffatissimo Montevetrano - cinque bottiglie per il suo Fiano Tresinus, valutato con un punteggio altissimo: 18 punti su 20. Una menzione speciale va anche alla Tenuta San Francesco di Tramonti (una stella, quattro bottiglie e il punteggio di 17 su 20 per il rosso Quattro spine 2009 e per il bianco Per Eva 2011). Merito della cura per i vitigni dimenticati, come tintore su piede franco, pepella e biancolella.

I vini salernitani segnalati. Casa Apicella di Tramonti resta in sella con le quattro bottiglie del Piedirosso (punteggio 16.5) che piace per le sue sfumature di lampone e pepe. Quattro bottiglie, una stella e 16.5 anche per il Donnaluna 2011 nato in casa degli ormai “storici” fratelli De Conciliis, a Prignano Cilento e per il Kratos 2012 di Luigi Maffini, capace di sprigionare, da quel di Castellabate, tutta la forza che evoca nel nome. Niente stella, ma uguale punteggio e numero di bottiglie per il Cilento Fiano vigna Girapoggio 2012 di Verrone (Agropoli) e per l’azienda Reale di Tramonti, il cui Borgo di Gete, seduce i palati per la trama fitta e cortecciosa. Restando in costiera, le bottiglie scendono a tre, con un punteggio di 15.5, per il Costa d’Amalfi bianco 2012 Terre Saracene di Ettore Sammarco (Ravello) e per il Trentenare 2012 ( 16 su 20) che Peppino Pagano produce nell’azienda San Salvatore di Giungano. Le bottiglie scendono a tre per il Fiano di Casa di Baal di Montecorvino (16) e per il Fiano Cumalè di Casebianche di Torchiara (15.5), entrambe realtà giovani, dinamiche e promettenti. Tre bottiglie vanno pure all’interessante Ragis Rosso 2010 firmato da Le Vigne di Raito di Patrizia Malanga (16 su 20). Resta saldamente in sella, con il suo Fiano ed il suo Aglianico, la salernitana Mila Vuolo: dalle colline di Giovi, due vini che rispettivamente brillano con 17 e 15.5 punti (quattro e tre bottiglie).

Le signore di ferro. Le lady del vino salernitano, che hanno saputo fare delle proprie vigne un’icona i cui prodotti non possono, almeno una volta, finire nel carrello della spesa delle fashion victim del calice, non si smentiscono. Marisa Cuomo, con le sue verticali di roccia a picco sul mare, conquista una stella e tre bottiglie rispettivamente per il Costa d’Amalfi Ravello bianco 2012 (16 punti) e Costa d’Amalfi Furore rosso 2012 (15.5). L’Espresso riserva qualche critica a Silvia Imparato, anima del Montevetrano, fresco delle venti candeline, riconoscendole però il merito di aver risvegliato dal torpore l’enologia campana. Due stelle, quattro bottiglie e un punteggio di 16.5 per il guru del vino al quale di recente si è affiancato il rosso a base di Aglianico dal nome Core.

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