L’ex tabacchificio mai riqualificato E ora cade a pezzi

Nel ’97 il Comune lo rilevò dai privati spendendo tre miliardi Spazi affidati all’Igiene urbana e ai vigili. L’Ente lo vende

Polo agroalimentare, centro della mozzarella, centro fieristico: poteva diventare tutto questo l’ex tabacchificio Farina di via Jemma, da circa 20 anni al centro di progetti amministrativi, piani di recupero e utopici disegni urbanistici. Oggi quella struttura cade a pezzi, smembrata tra sede della municipalizzata di igiene urbana Alba Ecologia, del comando di Polizia municipale e persino di una scuola, l’istituto “Penna”.

Tra i locali che ospitavano uno dei centri d’eccellenza del Mezzogiorno della produzione del tabacco oggi si trovano camion della spazzatura, rifiuti, merci immagazzinate, segnali stradali. Dalle finestre rotte e dalle pareti in lamiera ormai arrugginite si può solo scorgere il ricordo di una comunità operosa dedita alla lavorazione del tabacco, che si è spostata verso Caserta.

L’idea di ridare vita alla struttura, creando un polo fieristico, venne al sindaco Zara nel ’97. Fu allora che il Comune spese 6 miliardi di lire per acquistarlo dai privati, senza riuscire nell’intento di riqualificazione della struttura. Ma semplicemente ponendoci la sede della municipalizzata Alba Nuova. Ci riprovò il sindaco Liguori, che nel 2004 creò la stu “Battipaglia Sviluppo spa”. A capo fu posto Vincenzo Inverso, dando vita ad un progetto che avrebbe cambiato il volto dell’intero rione Taverna. L’imponente intervento edilizio, cofinanziato dalla Regione per circa 2 milioni di euro, ricadeva però in una zona di proprietà di un privato che aveva già stipulato una convenzione con l’Iacp Futura per realizzare oltre 90 appartamenti. Chieste le concessioni, il Comune le aveva negate proprio per dare spazio alla stu. Il Tar e il Consiglio di Stato avevano poi dato ragione al privato.

Anche i fondi regionali erano andati perduti, visto che i lavori avrebbero dovuto iniziare entro dicembre 2006. Ritardi figli anche dei vincoli imposti dalla Soprintendenza. Così la stu, pur restando in vita per circa otto anni, non aveva portato i risultati previsti. Il sindaco Santomauro aveva provato ad investire ancora sul progetto, scegliendo di elargire 4 milioni di euro del Più Europa proprio alla stu. Un’idea poi abbandonata, con l’azienda messa in liquidazione. Lo stesso Santomauro aveva deciso anche di mettere in vendita l’ex tabacchificio, tramite la Veicolo, per circa 11 milioni di euro. Un’idea confermata dal commissario Ruffo e, successivamente, dalla commissione straordinaria, col prezzo sceso a circa 8 milioni e mezzo. Negli anni scorsi c’era stato anche l’interessamento di un privato, che avrebbe voluto realizzare un centro della mozzarella. Un progetto che si era perso tra la burocrazia e il terremoto giudiziario del 2013.

©RIPRODUZIONE RISERVATA