L’ex tabacchificio Cafasso diventa proprietà pubblica

L’importante immobile ceduto al Comune dalla “Fin Gest” di Mimmo Caprino Il costruttore potrà realizzare su altre aree i duecento appartamenti previsti

CAPACCIO. L’ex tabacchificio del Cafasso andrà al Comune. La società proprietaria ha presentato una proposta negoziale all’ente che con l’accettazione acquisirebbe, a titolo gratuito, a fronte della cessione di volumetria compensativa su altre proprietà possedute o da acquisire da parte della Fin.Gest De Martino, l’importante complesso immobiliare.

Una decisione fa sapere la società «dettata dalla volontà di non far deperire la struttura; riguardo la volumetria compensativa stiamo valutando, in ogni caso una parte sarà destinata all’edilizia sociale. Ora l’importante è il recupero dell’immobile che potrà essere destinato a pubblica utilità».

In base alla proposta negoziale la società si impegna a destinare almeno il 20% della volumetria (da realizzare su altre aree) per l’edilizia residenziale sociale e ad intervenire con attrezzature di servizio o di interesse pubblico in aggiunta alle dotazioni minime previste e a scomputo degli oneri di urbanizzazione. La proposta della Fin.Gest è stata già approvata in giunta, e sarà portata all’esame del consiglio comunale.

La destinazione e il recupero dell’ex tabacchificio del Cafasso da oltre cinque anni è oggetto di polemiche e contestazioni andate avanti tra ricorsi e carte bollate. Da quando la società Fin.Gest De Martino, che fa capo al noto imprenditore Mimmo Caprino, acquistò l’insediamento di archeologia industriale costruito negli anni Venti per utilizzarlo ad uso residenziale. Un’ipotesi contro la quale insorsero associazioni ambientaliste, partiti politici e le amministrazioni, che si sono succedute. Il progetto prevedeva la costruzione di circa 200 appartamenti. All’epoca realizzabile in quanto nel Prg l’area era classificata come residenziale. Tra ricorsi e contestazioni la Soprintendenza ha imposto sull’immobile un vincolo che ne impedisce l’uso residenziale. La procedura era stata avviata nel 2007 da Giuseppe Zampino, soprintendente ai Bappsae. Il vincolo riconosce lo stabilimento come monumento storico: tutti gli interventi interni devono essere soggetti all’approvazione della Soprintendenza, e non devono alterare le qualità storiche e artistiche dell’edificio. L’immobile potrebbe diventare la location ideale per ospitare eventi come la Borsa internazionale del turismo.

Angela Sabetta

©RIPRODUZIONE RISERVATA