L’ex capo dei vigili urbani decide di non rispondere

La medesima scelta è stata fatta dagli indagati con le posizioni più delicate Secondo la procura c’era un sistema per favorire sempre la stessa ditta

Chiusi gli interrogatori per gli undici indagati nell’inchiesta sullo scandalo rimozioni. I carabinieri del nucleo radiomobile hanno sentito su delega tutti i destinatari degli avvisi a comparire disposti dalla procura, in gran parte vigili urbani con varie responsabilità e gradi. L’ex comandante Vincenzo De Prisco, il titolare della ditta incriminata Elio Verdini, il tenente Gerardo Fortino e Pietro Iannone, che sono nella posizione più delicata, hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Prima di loro erano stati sentiti Mario Petrosino, Prisco Petrosino, Rocco Ricciardi, Raimondo Petti, Dorotea Pellegrino, Maurizio D’Angelo, Pasquale Siano, Giuseppe Sia no, con accuse ipotizzate, a vario titolo, di associazione per delinquere, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e abuso d’ufficio. I militari ultimeranno una fase di riscontro delle audizioni, per poi completare il rapporto che arriverà sul tavolo del sostituto Lenza, titolare dell’indagine. Tra i vigili indagati compaiono anche agenti che in maniera ufficiale non hanno mai avuto a che fare con il servizio rimozione veicoli, ma che avrebbero effettuato multe e sottoscrizioni di verbali all’attenzione degli inquirenti.

Fulcro dell’attività è il modus operandi ricostruito attraverso i documenti e le conferme degli indagati, con i verbali elevati in modo da consentire l’intervento della ditta, con omissioni in serie e favori per l’azienda di Verdini. I materiali documentali agli atti dell’indagine, ora legati all’ultima fase, sono stati approfonditi negli interrogatori, attraverso orari e infrazioni, punti e contestazioni, con la linea della presunta associazione spiegata nell’informativa investigativa preparata dai carabinieri.

L’inchiesta, nata da una iniziale denuncia anonima presentata alla procura della Repubblica, alla prefettura e ai carabinieri del gruppo territoriale al comando del maggiore Gabelloni, ha acquisito in primis la documentazione presso l’ufficio multe e contravvenzioni del comando vigili di via Libroia nel blitz dell’aprile 2012. Da quell’operazione vennero fuori mancati sequestri di alcuni veicoli per violazioni del codice della strada, con tutta la gestione del servizio rimozione da parte dei caschi bianchi, legato alla massiccia presenza della ditta Verdini.

In molti casi ricostruiti l’intervento della società non era previsto, con l’appalto specifico affidato ad un’altra ditta. La relazione pronta per il pm spiega i favori a Verdini, i falsi ideologici per le multe elevate a privati cittadini e l’abuso d’ufficio contestato. Sulla vicenda intervenne con una nota anche l’amministrazione comunale di Nocera.

(a. t. g.)

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