la guida

"L'Espresso" premia i ristoranti salernitani

Palazzo Avino-Rossellinis nella top ten. In città ottima la performance dell'Osteria del taglio di Ciccio Costantino

Diceva Francois de La Rochefoucauld che mangiare è una necessità, ma mangiare intelligentemente è un'arte. Per chi non si ciba soltanto per colmare un'esigenza fisiologica ed ama andare alla riscoperta del gusto, della qualità, del nuovo, del creativo che sfocia in un piatto, la nuova edizione della Guida Espresso ai ristoranti d'Italia offre una panoramica attenta e curiosa, sui templi sacri del buon mangiare. Salerno e la sua provincia si difendono benissimo, potendo contare su quindici eccellenze assolute nella hit parade nazionale. In totale sono quarantacinque i "nostri" ristoranti recensiti dai curatori della guida, a cui si aggiungono dieci segnalazioni e tre pizzerie. In cima alla classifica salernitana svetta, ancora una volta, Hotel Palazzo Avino Rossellinis di Ravello, che con due cappelli ed il punteggio di 17.5, si conferma laboratorio di una cucina di gran qualità, grazie alla maestria dello chef Michele Deleo. Due cappelli e un punteggio lievemente inferiore per La Caravella di Amalfi (17), segnalato anche per una particolare attenzione che Antonio Dipino riserva alla scelta dei vini. Classificati come luoghi dalla cucina molto buona, con un solo cappello ed un punteggio di 16, ci sono Casa del Nonno 13 di Mercato S. Severino, Hotel Le Sirenuse - La Sponda di Positano, il Faro di Capo d'Orso di Maiori ed il Monastero Santa Rosa di Conca dei Marini. Punteggio leggermente inferiore (15,5) per l'hotel San Pietro Zass di Positano, l'hotel Villa Cimbrone - Il flauto di Pan di Ravello e la Locanda Severino di Caggiano. Mezzo punto indietro troviamo: Aladino di Salerno, il Ghiottone di Santa Marina, il Papavero di Eboli, le Trabe di Capaccio, l'osteria Arbustico di Valva e Pappacarbone di Cava de' Tirreni.

A Salerno. In città la cucina tradizionale di 13 Salumeria& Cucina di Corso Garibaldi, conquista per il suo tocco gourmet, mentre il Miramare di via Leucosia spicca per il crudo ben marinato e le fritture di paranza. Ottima la performance di Ciccio Costantino, patròn dell'Osteria del Taglio di vicolo Ruggi d'Aragona, di cui si celebra la genovese alla cipolla ramata di Montoro e il flan alla nocciola di Giffoni. Punteggio 14 e l'indicazione di un luogo dove il conto in banca non subirà flessioni preoccupanti. Del Ristorante Del Golfo di via Porto, i curatori premiano il rispetto della tradizione, come i tubetti alla pescatrice, mentre la Trattoria del Padreterno di piazza Flavio Gioia sa regalare appeal con i suoi spaghetti alla conventuale (noci, colatura e pecorino). Segnalazioni senza recensione per Dedicato a mio padre di Vicolo Giudaica, Salumeria Le Botteghelle di via Botteghelle e Villa Setharè di Montestella di Ogliara. Le pizzerie. Tre quelle blasonate: Negri a Pontecagnano, Filippo's a Sapri e l'intramontabile Vicolo della Neve a Salerno, dove oltre alla pizza si decantano le intramontabili polpette e la pasta e fagioli.

La guida. Giunge alla 37esima edizione la guida "I ristoranti d'Italia" de l'Espresso, da oggi in edicola ed in libreria, al costo di 19.50 euro (prossimamente sarà disponibile anche in versione digitale a 7,99 euro). Curato da Enzo Vizzari, il vademecum di 672 pagine, offre una panoramica a trecentosessanta gradi del buon mangiare in Italia, travalicando la classica distinzione tra ristoranti e trattorie, per aprirsi a fast food, street food, pizzerie gastronomiche, etnici, vegetariani, piadinerie, hamburgerie, paninerie, capaci di esprimere la forza del made in Italy abbinata a cura e creatività sempre al top. Una sorta di inchiesta tesa a valutare i "nomi" di spicco del passato attraverso nuove prove, e a scoprire interessanti new entry disseminate in ogni angolo del Paese, figlie di realtà imprenditoriali dinamiche.