L’Ente spacca in due gli sbandieratori cavesi

Solo tre associazioni su sette aderiscono al sodalizio unico. L’assessore Polichetti tenta di ricucire

CAVA DE’ TIRRENI. Un Ente in formato ridotto per gli sbandieratori di Cava de’ Tirreni. Un risultato positivo a metà per un progetto che doveva aver come obiettivo quello di riunire in un’unica associazione tutte le realtà e le scuole di bandiera del territorio cittadino. E invece sono solo tre, su sette, i gruppi che, alla fine, hanno aderito all’iniziativa.

«Mi auguro che quanto prima si possa allargare il cerchio per il bene del folklore cittadino», ha fatto sapere l’assessore ai Grandi Eventi, Enrico Polichetti. L’atto costitutivo del nuovo “Ente Sbandieratori Città di Cava de’ Tirreni” è stato sottoscritto nei giorni scorsi a Palazzo di Città, alla presenza dell’assessore Polichetti, del consigliere Giuliano Galdi e del Presidente nazionale della Fisb (Federazione Italiana Sbandieratori), Antonella Palumbo. A siglare il documento sono stati gli Sbandieratori Borgo San Nicolò Le Cinque Contrade (presieduti da Francesco De Martino), l’Ente Culturale Città Regia (presidente Riccardo Palumbo) e gli Sbandieratori delle Torri Metelliane Città della Cava (presidente Dino Di Marino).

Fuori dall’Ente, invece, gli Sbandieratori Cavensi, gli Sbandieratori Città de La Cava “Li Quattro Distretti”, gli Sbandieratori dell’Ente Monte Castello e i “Giovani Sbandieratori dell’Università della Cava”. Ed era stato proprio quest’ultimo gruppo, nei giorni scorsi, ad anticipare la mancata partecipazione per incomprensioni con l’amministrazione.

«Alla nascita dell’Ente – ha detto l’assessore Polichetti - si è giunti con un percorso iniziato nel settembre 2015, dopo una fase di ascolto che ha visto, a gennaio 2016, interessare tutti i gruppi sbandieratori cavesi, per la redazione condivisa dello statuto. Non hanno partecipato gli Sbandieratori Cavensi e gli Sbandieratori Città de La Cava, per i vincoli legati alla loro partecipazione nell’Associazione Trombonieri, Sbandieratori e Cavalieri. Nel gennaio 2017, infine, dopo aver accolto tutte le osservazioni, anche i “Giovani Sbandieratori dell’Università della Cava” hanno deciso di non aderire. Mi auguro, però, che si possa trovare il modo per unire tutte le forze per far crescere sempre di più la nostra tradizione dell’arte della bandiera che è tra le più importanti d’Italia, ma che deve, come accade in altre città, superare ogni steccato per essere in grado di competere alla pari con le maggiori realtà nazionali».

Giuseppe Ferrara

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