L’Eni cerca petrolio al Sud E il Vallo di Diano insorge

Per il Wall Street Journal il governo italiano sta favorendo le trivellazioni in Basilicata per raddoppiare la produzione interna. La Val d’Agri è a ridosso della provincia di Salerno e i sindaci sono contrari al progetto. “No” dei comitati

Il governo italiano, anche con l’intento di superare la difficile situazione economica, sta cercando di facilitare in Basilicata la strada alle trivellazioni delle principali compagnie petrolifere. Offrendo alle amministrazioni regionali e locali maggiori guadagni, il governo spera di superare l’opposizione che ha ostacolato le operazioni di trivellazione. L’obiettivo è di duplicare la produzione annuale di petrolio del Paese e di tagliare i costi di importazione di energia di circa un quarto entro il 2020. È quanto sostiene un articolo del Wall Street Journal, secondo cui il governo vorrebbe concedere più royalties alle casse locali, con una quota maggiore stanziata per le infrastrutture regionali.

«Questo è il periodo giusto» per l’esplorazione di petrolio in Italia, ha detto Marco Brun, capo delle operazioni italiane di Royal Dutch Shell, che sta cercando di triplicare i propri investimenti e di impiegare «diverse centinaia di milioni» nel Paese. La Val d’Agri a oggi è il più grande campo petrolifero onshore in Europa. Il governo ha previsto la creazione di 25.000 posti di lavoro e quasi 3 miliardi di gettito fiscale supplementare in un anno, aiutando anche l’Italia a raggiungere l’obiettivo di tagliare 14 miliardi dalla bolletta energetica entro il 2020. «Quando sono stato assunto la missione era: andare e trovare idrocarburi per il bene del Paese», ha detto Giuseppe Tannoia, senior vice president, responsabile E&P Eni per l’Europa meridionale e orientale. Ora, «li sto cercando in Italia». Secondo il Wsj, Eni e Shell hanno già i permessi di aumentare la produzione a 104.000 barili e stanno spingendo per avere il permesso di aumentarla a 129.000 barili. Inoltre, Eni e Shell hanno pagato alla Regione quasi 500 milioni in royalties. La sola Viggiano, che ospita il distretto petrolifero della Val d’Agri, ha ricevuto quasi 20 milioni l’anno scorso.

Intanto, il comitato "No al petrolio nel Vallo di Diano", la zona della Provincia di Salerno confinante con la Val d’Agri, è «solidale con le amministrazioni comunali e con i sindaci del Vallo di Diano di cui sostiene l'operato e le scelte in materia di salvaguardia ambientale. Il progetto presentato dalla ENI s.p.a. prevede il pozzo "Pergola 1", situato nel Comune di Marsico Nuovo (PZ) ed un oleodotto di circa 9 Km che interessa un'area in cui sono presenti le più importanti "sorgenti perenni" che portano acqua in Campania, nonché in prossimità dell'area SIC "Monti della Maddalena" e sulla faglia sismica "Pergola-Melandro"».

Secondo il comitato «con l'opposizione netta e intransigente al permesso "Monte Cavallo" del 2012 tutti i Comuni hanno già fatto la propria scelta ritenendo incompatibile l'attività petrolifera con la vita del Vallo di Diano. Le scelte fatte da questa terra vanno nella direzione opposta alle trivellazioni e allo sfruttamento delle risorse ambientali, pertanto riteniamo che "l'operazione trasparenza" proposta, tempestivamente, dalla FederPetroli con missiva del 13 gennaio 2014 al sindaco del Comune di Atena Lucana non possa trovare alcun terreno fertile. Questo perché la trasparenza di questa terra passa attraverso la limpidezza delle proprie sorgenti e viene declinata nei consigli comunali».