L’Auditorium resta ancora a porte chiuse Martucci “congelato” 

Il Conservatorio aveva pronta una bozza di convenzione Ma l’incontro con il Comune è slittato a data da destinarsi

«Stiamo riflettendo, non oziando». Rispondeva con toni piccati il sindaco, Vincenzo Napoli, ai cronisti che a inizio maggio gli chiedevano se – finalmente – si era trovato un accordo con il Conservatorio Martucci per la gestione dell’Auditorium di via dei Renzi. La convenzione, qualche giorno prima delle elezioni, sembrava ormai cosa fatta, invece, a distanza di 3 mesi il primo cittadino continua a nicchiare sui tempi e a insistere nel sostenere che l’Auditorium «nel suo interno custodisce strumentazioni molto delicate e dispositivi elettronici e tecnologici di grande valore anche venale». La domanda, però, è: chi meglio dell’Accademia della musica salernitana ha le competenze tecniche e le capacità per utilizzare al massimo delle sue potenzialità la struttura che – come lo stesso sindaco ha scoperto dopo mesi – «è molto grande e complessa»? Chi meglio dei docenti e dell’esercito di 1700 talenti della musica può realmente far in modo che quell’Auditorium assolva la funzione per la quale, ormai da oltre un anno, è stato consegnato al Comune dopo lavori importanti costati 10 milioni di fondi europei. Così, mentre il sindaco si arrovella con i suoi tecnici su «quale sia la modalità migliore per far in modo che questa struttura venga messa al servizio della cultura cittadina», l’Auditorium (con le sue 2 sale da 100 posti e una con 320 poltrone, la saletta insonorizzata per le registrazioni e il terrazzo per i concerti) rimane ancora chiuso a distanza di ormai quasi due anni dalla conclusione dei lavori. E il tempo, piuttosto che portare buoni consigli sta incidendo pesantemente sulla struttura con alcune tavole del palcoscenico che si stanno già sollevando e altri problemi che emergono con l’abbandono. Eppure, proprio a ridosso delle elezioni l’accordo sembrava concluso, poi – il resto del tempo – è fatto di inconcludente attesa. Tra le aule del Conservatorio la delusione per l’atteggiamento dell’amministrazione è mal celato: a tutti l’accordo sembrava chiuso, invece, i mesi passano e la struttura langue dimenticata. «Che si sia trattato di un annuncio figlio della campagna elettorale che non avrebbe mai avuto realizzazione?», ci si domanda sui terrazzi di Canalone. In realtà una prima bozza di convenzione è stata presentata dai tecnici del Martucci in tempi celeri. La risposta è stata che avrebbero dovuto limarla – secondo non precisate indicazioni dell’amministrazione – e ripresentarla per chiudere la partita. Invece, quell’incontro risolutivo è stato convocato e poi annullato a non precisata data. In quella bozza, il Martucci riproponeva anche la disponibilità del proprio personale interno per gestire il controllo e la pulizia della struttura. Il sindaco assicurava che i tempi «sono quelli necessari, non biblici». Il rischio però è che, come tanti altri in città, diventi un contenitore bello ma vuoto, oppure – se va bene – utilizzato per funzioni diverse rispetto a quelle per cui è stato progettato e finanziato. Esempi emblematici: la Sala Pasolini oppure il teatro Ghirelli per restare in ambito culturale.
Eleonora Tedesco
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