la polemica 

L’attacco dei Cavesi 5 Stelle «Ci sono sospetti di illegalità»

Sulla questione del Piano urbanistico comunale, in relazione ai recenti fatti di cronaca e alle presunte infiltrazioni di stampo camorristico a Palazzo di Città, ci vanno giù duro gli esponenti del...

Sulla questione del Piano urbanistico comunale, in relazione ai recenti fatti di cronaca e alle presunte infiltrazioni di stampo camorristico a Palazzo di Città, ci vanno giù duro gli esponenti del movimento Cavesi 5 Stelle. In una nota diffusa nelle ultime ore gli esponenti pentastellati puntano l’attenzione sul fatto che «lo strumento urbanistico possa essere viziato dall’illegalità. Abbiamo appreso – scrivono i Cavesi 5 Stelle in una lettera aperta al sindaco Servalli – che, nelle prossime settimane, ci sarà l’adozione del nuovo Piano Regolatore, di cui già fu approvato il preliminare. Segno che le linee fondamentali sono state già decise da questa amministrazione. Si tratta di uno strumento destinato a durare per mezzo secolo e oltre. Farà arricchire alcuni e impoverire altri. Interesserà il futuro di industria, commercio, sanità, viabilità, servizi, edilizia residenziale pubblica e privata. La vita nostra, dei nostri figli e dei nostri nipoti. Può il sindaco accettare di continuare a fare politica con il sospetto che tutto questo sia il frutto di un albero avvelenato? La città non lo accetterebbe e la sua sarebbe una cottura a fuoco lento».
Da qui al commento sull’attuale situazione a Palazzo di Città dopo l’azzeramento della giunta, in attesa che Servalli nomini, la prossima settimana, il nuovo esecutivo. «Alla procura – scrivono ancora i Cavesi 5 Stelle – dicono che la criminalità organizzata di tipo mafioso contamina le istituzioni, e il sindaco, caduto dalle nuvole, dice che non gli risulta che qualche suo collaboratore sia stato raggiunto da provvedimenti dei magistrati, ma ritiene doveroso azzerare la Giunta. Perché se non manda tutti a casa avalla ciò che sostiene la Procura: che il suo maggiore elettore è coinvolto. Insomma, tra assessori e funzionari comunali nessun livello dell’amministrazione si salva e il sindaco si limita a rimpastare».(g. f.)
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