La tragedia sulla Lungoirno

L’assurda morte di Albert, il quartiere Irno sotto choc

Confermata la ricostruzione dell’incidente costato la vita al 20enne

SALERNO. La scomparsa di Albert Makar Chiarello, vent’anni, morto fulminato nella cabina elettrica centrale delle Ferrovie dello Stato di Salerno, ha lasciato sotto choc amici e conoscenti, che si sono immediatamente stretti intorno ai suoi cari. La famiglia è molto conosciuta in via Irno, e le manifestazioni di solidarietà nei confronti dei genitori dello sfortunato ragazzo sono state tantissime. Sotto casa della vittima sono comparsi tanti manifesti di cordoglio. «Era un ragazzo molto vivace – sottolinea un commerciante della zona “Irno”, dove viveva Albert, e che conosceva bene sia lui sia la famiglia che lo aveva adottato – Un giovanotto pieno di vita e di esuberanza. Aveva avuto un incidente sul motorino circa due anni fa e si era lesionato il tendine di Achille; dopo un lungo periodo di convalescenza, sembrava più calmo».

Probabilmente aveva anche un lavoro estivo. «Lo vedevo – conferma il commerciante – prendere l’auto del padre, per andare a lavorare questa estate, probabilmente come bagnino. So, ma è una voce che gira, che i genitori, persone eccezionali, stessero facendo di tutto per trovargli un lavoro, anche all’estero».

Nessuno riesce a darsi pace per la sua morte, dovuta a un gioco finito tragicamente; non ci sono più contraddizioni – come confermano i dirigenti della Polfer – nella drammatica, assurda ricostruzione sul decesso. Il ragazzo è stato vittima di un incidente dovuto a un surreale, incosciente gioco tra ragazzi.

Il giovane è stato ritrovato morto, nella serata di domenica, folgorato da una scossa di ben 20.000 volt, all’interno della centrale elettrica ad alta tensione della stazione ferroviaria di Salerno. I rilievi della polizia scientifica e la testimonianza, al cospetto del magistrato, del suo amico di scorribande, infatti, escluderebbero ogni altra ipotesi, compresa quella di un furto finito in tragedia.

Albert è morto, purtroppo, per una assurda bravata. Secondo la ricostruzione, infatti, il ragazzo – di origini bielorusse adottato da circa dieci anni da una famiglia salernitana – avrebbe scavalcato l’alto muro di recinzione limitrofo al perimetro della stazione ferroviaria mentre “combatteva” a colpi di pistola giocattolo, con un amico anche lui originario dell’Est Europa, per puro spirito di avventura e, commettendo un enorme errore di valutazione, si sarebbe inoltrato nella cabina ad alta tensione della centrale, la cui pericolosità era ben segnalata da numerosi cartelli, rimanendo così fulminato immediatamente.

Proprio l’amico, conscio del dramma che si stava consumando, ha allertato immediatamente i soccorsi, che però sono risultati inutili. Il giovane, infatti, è morto praticamente sul colpo. Secondo quanto emerso dalla testimonianza dell’amico di Albert, i ragazzi si stavano rincorrendo impugnando delle pistole giocattolo che sparano inoffensivi proiettili di plastica. Sul posto ne sono stati individuati alcuni, su indicazione dello stesso giovane che era con Albert.

Tra l’allarme, l’arrivo della polizia e delle ambulanze e quello delle squadre di emergenza dell’Enel e delle Ferrovie è passato del tempo, con il cadavere della vittima, impossibile da rimuovere, per via dell’alta tensione, incastrato nella cabina. Alla fine, giunte le squadre dell’Enel e delle Ferrovie dello Stato, il corpo del ragazzo è stato finalmente rimosso. Attualmente si trova al cimitero di Salerno: la salma è stata posta sotto sequestro. Probabilmente l’autopsia si svolgerà nella giornata di domani. E successivamente potranno essere officiati i suoi funerali.

©RIPRODUZIONE RISERVATA