Tusciano inquinato 

L’assessore chiama in causa i comuni confinanti

D’estate il Vallemonio, d’autunno il Cornea: sono sempre i torrenti ad inquinare il fiume Tusciano. Sono questi i sospetti che sorgono a Palazzo di Città dopo i sopralluoghi che l’assessore all’ambien...

D’estate il Vallemonio, d’autunno il Cornea: sono sempre i torrenti ad inquinare il fiume Tusciano. Sono questi i sospetti che sorgono a Palazzo di Città dopo i sopralluoghi che l’assessore all’ambiente, Carolina Vicinanza, ha effettuato in compagnia degli agenti della polizia municipale, guidati dal comandante Gerardo Iuliano, e degli esperti dell’ufficio ambiente. S’indaga sul fiume nero: la tetra colorazione allarma i battipagliesi.
«Ha inizio - spiega la Vicinanza - a monte del territorio comunale, con ogni probabilità a causa della confluenza del torrente Cornea, per cui le presunte attività illecite vanno ricercate anche nei comuni limitrofi». L’assessore chiama in causa Michele Volzone e Martino D’Onofrio, sindaci di Olevano sul Tusciano e Montecorvino Rovella, i due comuni attraversati dal torrente. «Ci preoccupa - aggiunge la Vicinanza - il fatto che, controllati gli stabilimenti presenti sul nostro territorio, non sia emerso nulla di rilevante». Nel mirino ci sono i frantoi: «La ciclicità e la puntualità degli episodi ci fanno ritenere che il fenomeno sia legato alla lavorazione delle olive». E sui frantoi di Rovella e di Olevano: «Abbiamo chiamato all’appello i settori tecnici», fa sapere la Vicinanza.
Nei mesi scorsi, il problema, che riaffiora di anno in anno nel mese di ottobre, era finito all’attenzione dei pm, dell’Arpac e della giunta regionale, ma non sono mai arrivate risposte. «Oggi abbiamo segnalato anche ai Noe e ai Carabinieri di Battipaglia», dice la Vicinanza. Da Palazzo di Città s’annuncia: «Faremo una task-force di controllo dei territori di competenza insieme ai sindaci, con l’aiuto dell’Arpac». A settembre il fenomeno si era verificato alla foce del fiume: in quel caso nel mirino finì un altro affluente del Tusciano, il Vallemonio. Stavolta a suonare l’allarme è stata l’associazione “Noi Tutti Liberi e Partecipi”, guidata da Luciano Ceriello.(c. l.)
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